cancro retto

    Pubblicato il: 14 Luglio 2013 Aggiornato il: 14 Luglio 2013

    DOMANDA

    Buongiorno dottore, nel giugno 2011 (avevo 36 anni) mi è stato diagnosticato un tumore al retto a circa 7 cm dal margine anale e nell’ottobre 2011 sono stata operata. Sono stata sottoposta a radiochemioterapia prima dell’intervento che è stato effettuatato in laparoscopia. Mi è stata confezionata una ileostomia temporanea rimossa a gennaio 2012. Successivamente ho effettuato sei cicli di chemioterapia. A circa due anni dall’operazione persistono delle ulcere a livello della anastomosi colorettale e nonostante ripetuti interventi di dilatazione, a distanza di circa un anno dall’ultima dilatazione, si è riformata una stenosi, definita non preoccupante, avente un calibro di circa 1 cm. Il mio problema è che a due anni dall’intervento le evacuazioni sono frequenti e dolorose, non riesco a rimandarle e avvengono in più tempi (più di 15 evacuazioni al dì) soprattutto in prossimità dei pasti costringendomi ad una vita in casa. Cosa mi consiglia?E’ normale tutto questo o le cose miglioreranno con il tempo (sono passati quasi due anni). La prego mi aiuti perchè la mia vita è insostenibile (ho 38 anni). La ringrazio anticipatamente.

    RISPOSTA

    Cara Signora la sua condizione clinica viene definita con Sindrome da Resezione Bassa del Retto (SLAR) ed è caratterizzata esattamente dai suoi sintomi, spesso associati anche a difetti della continenza fecale. Il suo quadro clinico è inoltre peggiorato dalla stenosi cicatriziale della anastomosi ultrabassa. Per di più è ormai noto che la radiochemioterapia preoperatoria, purtroppo necessaria e utilissima dal punto di vista oncologico, peggiora la funzionalità dell’apparato sfinteriale anale. Da alcuni anni l’attenzione dei chirurghi coloproctologi è rivolta proprio a valutare la qualità di vita dopo resezione ultrabassa del retto (un nostro recente studio ha dimostrato che non è migliore rispetto alla colostomia )
    Per quanto riguarda il trattamento, qualche risultato positivo lo abbiamo ottenuto anche noi attraverso tecniche di elettrostimolazione diretta (sacrale) o indiretta (nervo tibiale posteriore). Non mi scrive dove risiede, ma Centri in grado di eseguire queste metodiche ci sono a Bari, Roma, Napoli, Vercelli, Torino, Pisa e forse in altre città italiane