Capezzolo introflesso QUANDO l’intervento?

    Pubblicato il: 21 Agosto 2014 Aggiornato il: 21 Agosto 2014

    DOMANDA

    Professore ho iniziato ad esporre il deficit del capezzolo introflesso ad alcuni specialisti; loro ritengono che la chirurgia plastica debba essere l’ULTIMA SPIAGGIA, mi hanno quindi suggetito di acquistare Niplette.
    Ricorrere a questo particolare dispositivo crea dall’esterno un sottovuoto con pressione negativa e dovrebbe spingere il capezzolo in fuori. Ho letto diverso materiale informativo ed ho appreso che esistono vari gradi di tale anomalia, andando da una forma lieve con capezzolo introflesso a riposo che viene estroflesso manualmente o con il freddo, sino a forme piu’ gravi.
    Nel mio caso il capezzolo rimane introflesso anche sotto lo stimolo di Niplette (la loro forma è del tutto ombelicale).
    Le domando: questa metodica ripetuta piu’ volte mei mesi potrebbe tra molto tempo portare a dei miglioramenti graduali fino alla vera estroflessione, oppure nella sua esperienza se non si riesce a determinare una estroflessione neppure manualmente
    l’unica soluzione è l’intervento con recisione dei dotti galattofori?
    Quanto tempo dobbiamo considerare per stabilire di andare all’intervento chirurgico?

    Grazie per la sua attenzione!

    RISPOSTA

    Gent.ma,
    da quanto posso dedurre dalla tua descrizione, il tuo problema potrebbe difficilmente essere risolto con il dispositivo a pressione negativa; la soluzione chirurgica ritengo comunque sia davvero “l’ultima spiaggia”, dal momento che consiste nelle resezione dei dotti galattofori (parziale o totale) con conseguente difficoltà all’allattamento. Se nell’arco di qualche mese non si riesce a ottenere un risultato, sarebbe utile rivolgersi allo specialista.
    Cordiali saluti