capillari

Il termine teleangectasia fu coniato nel 1807 da Von Graf che la definiva come “una dilatazione patologica dei vasi più periferici di piccolo calibro”. Queste dilatazioni hanno sede nel derma, tra epidermide ed ipoderma, nel plesso sub papillare e misurano di solito da 0.1 ad 1 mm; possono essere venulari, arteriolari o capillari. Esse si osservano frequentemente al volto, solitamente insorgono con il passare degli anni. Quando originano dal settore arteriolare di un capillare si presentano piccole e di colorito rosso vivo; quando originano dal settore venoso di un capillare tendono ad essere larghe e bluastre.

Sono frequenti in soggetti con fototipo chiaro, più spesso sulle ali del naso e sulle guance. Sono tanti i fattori che possono essere associati alle teleangectasie: rosacea, esposizione prolungata al sole o alle lampade UV, uso di cortisonici topici, malattie del collagene, genodermatosi, fumo, increzioni ormonali, etc . La debolezza delle fibre elastiche dei vasi in questi casi permane assumendo un andamento cronico. Indipendentemente dalla causa scatenante, le teleangectasie o capillari dilatati rappresentano un fattore di disturbo estetico. Nel caso si tratti di piccoli capillari la Diatermocoagulazione programmata risulta essere, secondo la mia esperienza, tra le migliori tecniche mini-invasive e poco costose per trattarli risolutivamente in poche sedute. Le microteleangectasie del volto vengono così eliminate con microcoagulazioni chirurgiche pulsate. Il periodo migliore per essere sottoposti a questi trattamenti è quello invernale. In ogni caso è fondamentale un attenta valutazione medica, il suo specialista di fiducia sapra indicarle la soluzione migliore. Le ricordo di applicare costantemente un filtro solare non inferiore a un fattore di protezione 40 SPF.

cordialità dott. Bruno Mandalari