DOMANDA
Salve, a mio marito di 72 anni, dopo un ricovero all’ospedale è stato diagnosticato un carcinoma polmonare (99x77x120mm) squamocellulare scarsamente differenziato con metastasi celebrale (6,6 cm )
surrenalica bilaterale e tiroidea, non passibile di terapia e aneurisma dell’aorta addominale sottorenale di 63x66mm di diametro. Date le condizioni ci hanno detto di affidarci alle cure palliative che non si poteva intervenire chirurgicamente e che le aspettative di sopravvivenza si limitavano ad un mese di vita.
é passato un mese abbondante ed è ancora qui con noi continuando a fare le cure palliative,con momenti di alti e bassi. é stata secondo voi una decisione giusta o bisognava tentare qualche altra strada? possibile la sua vita sia ancora lunga?non so cosa aspettarmi
RISPOSTA
Cara Signora,
è assolutamente normale che le condizioni di salute si possano stabilizzare e che la crescita della malattia non sia tumultuosa ma consenta un tempo di discreta qualità della vita. E’ proprio questo il motivo per cui, in alcuni casi, si preferisce non proporre terapie aggressive che probabilmente sarebbero poco efficaci e renderebbero peggiore lo stato di salute. Credo che la cosa migliore sia garantire una buona terapia dei sintomi. Nel caso specifico non posso ovviamente giudicare se sarebbe stato possibile suggerire altri trattamenti.
La saluto con viva cordialità