C’è un trattamento dietetico delle malattie reumatiche?

    Pubblicato il: 22 Dicembre 2012 Aggiornato il: 22 Dicembre 2012

    DOMANDA

    Egregio Professore
    ho raggiunto da poco gli 80 anni e sono in condizioni fisiche ottimali. Ho finora conservato un interrogativo relativo ad un lungo periodo in cui sono stato affetto da una artrosi invalidante.
    Avevo dolori al collo e alle spalle. Non potevo seguire una partita di tennis!
    Quando avevo 40 anni ho fatto diverse visite con specialisti ortopedici, l’ultimo dei quali era il responsabile della salute dei giocatori della Roma FC, purtroppo con esiti negativi. La mia invalidità non era risolvibile. Rassegnato per la sentenza, a 50 anni mi sono imbattuto in una esperienza alimentare presso una scuola di cucina macrobiotica in Francia. Nutrito a jn e yang dopo due settimane ho risolto il problema. Come Lei ben saprà gli alimenti principe della macrobiotica sono i cereali e tra quelli proibiti la carne di cui ero un assiduo consumatore. In seguito, ogni volta che ho contravvenuto, il torcicollo si è riaffacciato. Ho così definitivamente risolto consumando con tanta parsimonia lombate, fiorentine e insaccati. Le domando: gli specialisti interpellati non potevano allertarmi sulle pericolosità delle diete?

    RISPOSTA

    il trattamento dietetico delle malattie reumatiche non ha per ora fondamenti scientifici. Esistono dati sporadici di letteratura sull’azione di alcuni estratti vegetali in senso antireumatico, ma non ci sono lavori basati sull’evidenza (cioè convalidati da diversi autori su varie casistiche e condotti mediante confronto con casi di controllo a dieta libera) riportati sulle riviste scientifiche più note in ambito reumatologico.
    Fa eccezione la gotta in cui è noto che alcuni eccessi alimentari e alcolici
    favoriscono lo scatenarsi degli attacchi acuti.
    Il suo caso è tuttavia interessante, ma richiederebbe una conferma su
    adeguate casistiche.
    Tenga conto che se bastasse la dieta per curare l’artrosi, molte aziende e molti specialisti dovrebbero indirizzare altrove la loro attività e questo può contribuire all’insufficienza dei dati di efficacia di questo approccio curativo.
    Mario Carrabba