DOMANDA
Gentile Dott. Volta, Le espongo qui di seguito la mia situazione:
ho 28 anni e nel mese di settembre a seguito di gonfiore addominale, nausea e dolore nella parte alta dell’addome, ho eseguito la ricerca degli anticorpi per la celiachia. Risultati: antiendomisio positivi e transglutaminasi a 21. In seguito il gastroenterolo che mi segue mi ha prescritto la gastroscopia con le seguenti conclusioni: indagine condotta fino al duodeno II porzione. Esofago regolare Cardias in sede continente. Stomaco normoconformato, contenente succo tinto di bile rivestito da mucosa di aspetto lievemente marezzato, non lezioni di retrovisione gastrica, piloro beante. Duodeno prossimale regolare. Esito esame istologico: mucosa duodenale con atrofia dei villi di grado severo, compatibile con malattia celiaca lesione 3c secondo marsh; gastrite cronica quiescente non atrofica HP negativo.
Ho effettuato la gastroscopia in data 6 novembre 2018 è da quel giorno ho tolto il glutine e il lattosio. Quest’ultimo è stato tolto perché a parere del gastroenterolo i villi devono riformarsi per consentire la digestione o assimilazione. Mi ha dato un farmaco (Levopraid) per aiutarmi a sopportare i sintomi che anche alla data attuale permangono e sono caratterizzati da un senso di nodo a tutta la parte superiore dell’addome e da gonfiore. Le chiedo se è riferibile alla celiachia tale sintomatologia dopo tutto questo tempo o se amputabile ad altre cause. Ogni volta che interrompo il levopraid i sintomi ricompaiono.
La ringrazio per la sua disponibilità
Cordialmente
RISPOSTA
Gentile Signore,
la diagnosi di celiachia è stata formulata in modo corretto sulla base di atrofia severa dei villi (3c) e della positività della sierologia (anticorpi antiendomisio ed antitransglutaminasi). La risposta alla dieta senza glutine con risoluzione dei sintomi intetsinali ed extraintetsinali può richiedere anche un periodo di 12 mesi, per cui è ancora prematuro parlare di celiachia non responder alla dieta, una variante clinica della celiachia in cui vi è la persistenza di sintomi a fronte di varie evenienze che possono andare dalla scarsa compliance alla dieta alla coesistenza di patologie associate alla celiachia (ad esempio sindrome dell’intestino irritabile, contaminazione batterica dell’intestino tenue, colite microsccopica, intolleranza al lattosio, intolleranza al fruttosio) e, seppur più raramente, a quadri di celiachia refrattaria, caraterizzati da persitenza dell’atrofia dei villi intestinali per mancata risposta alla dieta senza glutine. Una delle evenienze più frequenti in caso di peristenza di sintomi funzionali quali gonfiore addominale, dolori addominali e turbe dell’alvo in corso di dieta aglutinata stretta è rappresentata dalla coesistenza di sindrome dlel’intetsino itrritabile. In tali casi è opportuno ridiseganre la dieta eliminando oltre al glutine anche i cibi irritanti per il colon quali latte e latticini, legumi, verdure cotte a foglia larga, cioccolato e caffè .
Cordiali saluti.
Uumberto Volta
Umberto Volta
DIMEC, Università di Bologna
Board Società Europea per lo Studio della Celiachia
Boarda Associazione Italiana celiachia (AIC)