celiachia resistente alla dieta senza glutine

    DOMANDA

    mia figlia ha 23 anni ed è celiaca da 10. Dopo aver iniziato la dieta gf si è negativizzata dopo pochi mesi ed ha avuto il menarca, perchè il ritardo puberale era l’unico sintomo che aveva. Da allora le sue antitransglutaminasi sono sempre state “ballerine”, nonostante una dieta rigorosamente senza glutine. A volte i suoi valori sono stati borderline, altre volte decisamente alti (39 o più a seguito di mononucleosi).
    Il medico che ce l’ha in cura ha suggerito di farle una cura di cortisone per 6 settimane per dare un colpo all’eventuale infiammazione che potrebbe esserci (ha fatto anche un’altra gastroscopia l’anno scorso ed è risultata una lieve infiammazione). Le chiedo se ritiene valida questa cura e che suggerimenti dietetici mi può dare per evitare un forte ingrassamento, visto che mia figlia è già a dieta a causa dei prodotti calorici glutenfree che assume.Grazie dell’attenzione.

    RISPOSTA

    Gentile Sig.ra, innanzitutto bisogna precisare che gli anticorpi correlati alla celiachia (antitransglutaminasi ed anti-endomisio), sono utilissimi ai fini diagnostici, ma per quanto riguarda il follow-up ed in particolare il monitoraggio dell’aderenza alla dieta non hanno la stessa attendibilità. Talvolta rimangono positivi fino a 2-3 volte i valori normali, nonostante una dieta ferrea ed altre volte negativizzano nonostante vi siano trasgressioni alla dieta. Una infezione virale (come la mononucleosi) può determinare un rialzo transitorio degli anticorpi antitransglutaminasi indipendentemente dalla compliance alla dieta. Il primo consiglio rimane comunque quello di verificare la correttezza della dieta aglutinata e di evitare al massimo anche il pericolo di contaminazioni. Sono assolutamente contrario alla terapia con cortisone proposta dal suo medico, soprattutto in considerazione del fatto che la mucosa intestinale di sua figlia nella successiva biopsia a dieta aglutinata mostrava solo segni di infiammazione verosimilmente riferibili ad aumento dei linfociti intraepiteliali (Marsh 1) e non ad atrofia dei villi. La terapia cortisonica va effettuata nella celiachia solo in presenza di documentata refrattarietà alla dieta, in caso contrario non da alcun vantaggio e provoca solo effetti collaterali. A volte vi sono celiaci che sviluppano una risposta anticorpale anche in seguito al consumo delle piccole quantità di glutine presente nei prodotti dietoterapeutici (con soglia inferiore a 20 ppm) e pertanto il consiglio che le posso dare è di ridurre al minimo il consumo anche dei prodotti dietoterapeutici e di impostare la dieta sul consumo di cereali e alimenti naturalmente privi di glutine. Un altro consiglio che le posso dare è quello di non basarsi solo sugli anticorpi antitransglutaminasi per valutare il compenso della celiachia, ma quello di controllare tutti i test di assorbimento (ferro, transferrina, ferritina, vitamina B12, vitamina D, albumina), la cui normalità unitamente all’assenza di sintomi è la migliore garanzia di buona aderenza alla dieta e compenso della celiachia. Cordiali saluti. Prof. Umberto Volta
    Coordinatore Board AIC

    Umberto Volta

    Umberto Volta

    Già responsabile della struttura semplice di malattia celiaca e sindromi da malassorbimento al Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna. Nato a Parma nel 1952, si è laureato all’Università di Bologna, dove si è specializzato in medicina interna e in malattie dell’apparato cardiovascolare. È stato professore di medicina interna della scuola di specializzazione in medicina interna dell’Università di […]
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