DOMANDA
Egr. Dott.Restelli, per circa tre anni ho sofferto di attacchi d’ansia che hanno avuto inizio dopo un trauma. Gli attacchi più forti erano accompagnati da dissenteria, nausea e talvolta vomito. Il primo attacco si è presentato mentre ero a cena con amici e questo ha fatto sì che ogni uscita a cena fosse preceduta da una forte paura e dal terrore di uscire. Poi ho avuto attacchi anche in altre situazioni. Dopo un anno di cura con psicofarmaci (Citalopram) senza aver risolto del tutto il problema, mi sono rivolta ad uno psicoterapeuta ed ho riscontrato un reale miglioramento ed un graduale diradarsi degli attacchi (sempre meno intensi e controllabili), tanto che lo psicoterapeuta mi ha proposto di diradare di incontri. Adesso, dopo più di un anno, mi sento davvero meglio, ma di tanto in tanto il malessere si ripresenta, molto più blando, ma non è sparito del tutto… Da circa un mese sento un dolore all’altezza dello sterno, soprattutto quando inspiro profondamente… mi sembra di avere difficoltà a respirare, ha la sensazione di “fiato corto”. Quando mangio sembra che il problema peggiori. Il mio medico dice si tratta solo di ansia (dispnea ansiosa). Secondo lei ci sono degli accertamenti da fare? Qualche mese fa avevo già fatto RX torace ed ecocardiogramma ma è risultato tutto a posto. Se si trattasse davvero solo di ansia, cosa mi suggerisce di fare? Aggiungo che gli ultimi mesi sono stati davvero impegnativi sia sul lavoro che nella vita privata. Grazie molte per il Suo aiuto.
RISPOSTA
La sintomatologia da lei descritta effettivamente depone per un quadro ansioso con episodi di attacco di panico nei momenti di maggior tensione per svariati motivi (professionali, affettivi, sentimentali). Poichè riferisce un miglioramento in passato attraverso un percorso psicologico, rivaluterei in questo momento delle sedute più ravvicinate. Il quadro cardiorespiratorio ritengo che sia nella norma. Si potrebbe ipotizzare un quadro di reflusso gastro-esofageo e sicuramente un colon irritabile strettamente collegato all’ansia. Non ritengo necessario alcun ulteriore accertamento, ma una rivalutazione terapeutica dello stato ansioso, aggiungendo inoltre una terapia per il reflusso per circa 30 giorni
Cordiali saluti
Dr. Bruno Restelli, Specialista in Medicina Interna, Centro Diagnostico Italiano