chiusa nel mio mondo, la trappola di internet

    Pubblicato il: 24 Marzo 2011 Aggiornato il: 24 Marzo 2011

    DOMANDA

    Salve Dottore, da tempo ormai, non ho piu vita sociale, mi sono chiusa nel mio mondo e sono caduta nella trappola di internet, facendomi dimenticare la vita reale. Ormai si è creato un circolo vizioso, dal quale non so come uscire,le persone le conosco solo su internet. La maggior parte del tempo lo passo a casa e io non ce la faccio piu, so che questa situazione mi sta logorando sempre piu. Cosa mi consiglia?

    RISPOSTA

    Gentilissima,

    il suo non è un problema individuale, personale. In altre parole, qualcosa di cui soffrono specifiche persone, a causa di qualcosa che è successo “proprio a loro”, “dentro di loro”.

    Il primo consiglio che mi sembra di poterle dare è quello di non credere che in lei c’è qualcosa che non va, di sbagliato, o che non funziona come dovrebbe. Questo è il primo punto sul quale credo debba lavorare. Ma un punto dal quale è essenziale che riesca a uscire per ricominciare a trovare se stessa.

    La nostra vita, nel corso del suo sviluppo, consiste soprattutto nel riuscire a parlare (prima) e comprendere, ascoltare (dopo e comunque parallelamente) chi siamo e che cosa vogliamo dalla nostra vita. Diventare adulti, grandi, maturi sembra sia soprattutto questo.

    In poche parole, la mia impressione è che lei sia spaventata dal fatto che sta crescendo. Crescere significa spesso saper soffrire, sapere affrontare dei “no!” che frequentemente la vita reale ci pone davanti.

    Cosa fare?

    Oltre al primo punto che le ho detto sopra, accettare di soffrire, di incontrare/scontrarsi con i “no!” della vita reale.

    In questo percorso ha bisogno di qualcuno che abbia voglia di accompagnarla, aiutarla ad affrontare quello che a lei ora fa paura. Questo qualcuno può essere chiunque: l’importante è che sappia assumersi delle responsabilità verso di lei e verso se stessa o se stesso. Una persona qualificata, che possa darle un aiuto professionale sarebbe meglio. Ma, ripeto, se anche non può permettersi, non ne ha i mezzi economici, le risorse per accedere a questa possibilità (che, fra tutte, è, allo stato attuale, la più indicata) l’essenziale è che possa fare affidamento su qualche soggetto che sappia e sia in grado di assumersi delle responsabilità (prima di tutto verso lei stessa e, in secondo luogo e parallelamente, verso se stessa).

    Il suggerimento che mi sento di darle subito è quello di non avere paura dei possibili (e frequenti) “no!” della vita reale.

    I più sinceri e cordiali saluti,

    Luigi Aprile

    Luigi Aprile

    Luigi Aprile

    ESPERTO IN LINGUAGGIO E LETTURA NEI BAMBINI. Docente di psicologia dello sviluppo e psicologia dell’educazione all’Università di Firenze. Nato nel 1957 ad Addis Abeba (Etiopia), ha conseguito un dottorato in psicologia presso l’Università di Firenze. Si interessa soprattutto di sviluppo dei processi lessicali e di comprensione della lettura.
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