DOMANDA
Mi chiamo Maria Di Rico, le scrivo da Napoli, e sono la sorella di un ragazzo di 30 anni affetto da cisti colloide del terzo ventricolo.
Ci siamo accorti della presenza di questa cisti nel 2009 in maniera casuale, in quanto lui non ha mai sofferto dei sintomi tipici.
La prima RM è stata eseguita nell’ottobre del 2009 in cui non si evidenziava la dimensione della cisti e i ventricoli laterali risultavano in sede e regolari.
La seconda RM venne effettuata nell’aprile 2010 in cui non si evidenziavano sostanziali variazioni e la stessa cisti risultava immodificata.
La terza RM effettutata nel settembre 2011 ha evidenziato una cisti di un diametro di 1.3 cm, (dai raggi si è evidenziata una crescita rispetto alle prime 2 RM), ventricoli laterali in sede e lievemente dilatati, terzo e quarto ventricolo sulla linea mediana.
Abbiamo consultato vari specialisti al Policlinico e al Cardarelli di Napoli. I due primari operano in modo differente, il primo con tecnica a cielo aperto e il secondo con tecnica endoscopica,ma entrambi sono d’accordo sul trattamento chirurgico della cisti.
Arrivo al dunque;
Volevo chiederle un suo parere avendole scritto i risultati delle 3 RM e quali sono sopratutto i rischi dell’operazione,dell’operazione, del decorso post operatorio e sopratutto quali benefici arreca la tecnica endoscopica rispetto alla tecnica a cielo aperto.
Attendo con ansia Sue delucidazioni.
Cordiali saluti
Maria
RISPOSTA
senz’altro la cisati che appare da ultimo aumentata rispetto ai precedenti controlli, è da operare, tanto più che c’è già un’iniziale aumento delle dimensione dei ventricoli laterali. Questo aumento non è importante, ma significa che la cisti già si comporta con un meccanismo a valvola, trattenendo il liquido in uscita dai forami di Monroe. D’altra parte l’aumento minimo delle dimensioni ventricolari farebbe preferire un intervento endoscopico, piuttosto che non a cielo aperto. So che avete una buona scuola di endoscopia, in neurochirurgia, a Napoli e sono certo che potete fidarvi dei vostri specialisti. L’intervento in endoscopia, a parità di bravura dell’operatore, è da preferire rispetto all’intervento a cielo aperto per il minor trauma da apportare al cervello.