Cistite ricorrente da Escherichia Coli

    Pubblicato il: 2 Marzo 2012 Aggiornato il: 2 Marzo 2012

    DOMANDA

    Gentile Dottore.
    Le volevo sottoporre il mio caso:
    è da un anno che combatto con cistiti ricorrenti da Escherichia Coli (che provoca anche infezioni vaginali), che puntualmente curo con antibiotici di vario tipo (ovviamente indicati dall’antibiogramma).
    Il problema si ripresenta ogni due mesi circa.
    In seguito alla cura antibiotica, compare infezione da Candida.
    Questo circolo vizioso sta rendendo la mia vita impossibile.
    Esiste una terapia alternativa all’antibiotico?
    Oppure la somministrazione di antibiotici deve essere fatta in maniera più massiccia?
    La continua presenza di Escherichia Coli può danneggiare l’organismo in qualche altro modo?
    Attendo una sua cortese risposta.
    Cordiali saluti.
    Carmen.

    RISPOSTA

    La presenza di E.coli a livello vaginale non ha alcun significato clinico, se non l’evidenza che lei molto probabilmente soffre di un dismicrobismo, ovvero di un’alterazione della normale flora vaginale.
    Se così fosse, ed è molto probabile che lo sia, E.coli colonizza l’ambiente vaginale perché non viene “rimosso” dalla competizione con i lattobacilli che, acidificando l’ambiente vaginale, sono deputati a difenderlo dalla presenza di altri microrganismi.
    Ciò è molto probabilmente l’evento che sta alla base anche delle sue cistiti recidivanti, in quanto la colonizzazione vaginale da E.coli provoca alla prima occasione (es.: rapporti sessuali) la risalita del germe nell’uretra.
    Per cui nel suo caso quasi certamente non serve tanto trattare con antibiotici E.coli (se non in corso di sintomi da cistite), ma di ristabilire il normale equilibrio della normale flora batterica e dell’acidità vaginale.
    Per farsi un’idea più esaustiva in merito, qualora abbia tempo e voglia, legga il libro che ho appena pubblicato dal titolo “vulvovaginiti e vaginosi” (Ed. Tecniche Nuove).
    Vi troverà molte delle risposte ai suoi quesiti.