colonscopia

    Pubblicato il: 17 Dicembre 2009 Aggiornato il: 17 Dicembre 2009

    DOMANDA

    Egr. Prof. io sono del 1950 e soffro da molti anni di IBS: Per escludere altre patologie 3 anni fa’ mi e’ stato consigliato di fare una colonscopia totale. L’esame e’ stato effettuato con ottima pulizia intestinale (per quel che vale mi sono preso persino i complimenti dell’endoscopista) ed ha avuto questo risultato: Non si rilevano alterazioni in nessun settore esplorato eccetto alcuni diverticoli del sigma. Mi e’ stato chiesto se avevo familiari di primo grado che avevano avuto dei problemi al colon. Siccome sono figlio unico e i miei genitori sono morti con altre patologie mi e’ stato detto di ritornare nel 2016. Io chiedo a Lei conferma di cio’ o se non ritiene di dover rifare l’esame prima magari verso il 2013. Approfitto ancora del Suo tempo se mi spiega quanta tranquillita’ puo’ dare una colonscopia come la mia. Grazie di cuore.

    RISPOSTA

    COLONSCOPIA
    Dopo i 50 anni di età è buona norma eseguire una colonscopia, anche in persone asintomatiche. Più forte è la raccomandazione in caso di familiari di primo grado affetti da tumori del colon-retto. Diventa invece assolutamente indicata in soggetti con sintomi, soprattutto se questi hanno valore di allarme (perdita di sangue dal retto, dimagrimento significativo, anemia etc.) Il valore “protettivo” di una colonscopia ben eseguita e completa si considera possa durare per 10 anni. Comunque in Italia è attivo lo Screening sulla popolazione con esecuzione di un test per la ricerca del sangue occulto fecale ogni 2 anni, per cui questo rappresenta un ulteriore momento di sorveglianza che può indicare di dover eseguire l’esame prima dei 10 anni.

    Tino Casetti

    Tino Casetti

    Primario di gastroenterologia all’ospedale di Ravenna. Nato nel 1948, si è laureato in medicina nel 1973 e poi specializzato in gastroenterologia all’università di Bologna, e in malattie infettive all’università di Ferrara. Dirige il dipartimento di malattie dell’apparato digerente e del metabolismo dell’ospedale di Ravenna (foto di R. Bruno).
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