Come aiutare un’amica

    Pubblicato il: 23 Luglio 2012 Aggiornato il: 23 Luglio 2012

    DOMANDA

    Egregio Dott. Mian,innanzitutto la ringrazio per il tempo che dedicherà al mio consulto.
    Le scrivo in quanto seriamente preoccupata per una mia cara amica di 27 anni che ha problemi col cibo. Premetto che la conosco da poco ma le sono affezionata e vorrei aiutarla nel modo più corretto possibile. La ragazza ha problemi famigliari (padre onnipresente, invadente e soggiogatore) e altri disagi che l’hanno portata ad avere problemi col cibo. Mangia molto poco, male per poi abbuffarsi di notte o nei momenti di nervosismo, a volte vomita (non so se auto-indotto) e pratica tantissima attività fisica. Le faccio un esempio, sabato era molto nervosa per colpa del ragazzo che sta frequentando, ha mangiato molto e poi la mattina successiva mi ha informato del fatto che di notte aveva vomitato e poi era andata a correre per 2ore e mezza circa. L’ho vista in altre occasioni mangiare in un giorno solo 3 mele o a cena mangiare una confezione intera di patatine per poi lamentarsi all’infinito di aver mangiato troppo.
    Devo dire che anch’io pratico molta attività fisica e come tutte le donne ho l’ossessione della bilancia, ma lei mi sembra davvero patologica sotto questo punto di vista. Non so come affrontare con lei l’argomento per evitare che si arrabbi e vorrei aiutarla a far fronte a questa situazione per evitare che le rovini il resto della sua vita.
    La ringrazio ancora e porgo cordiali saluti.

    RISPOSTA


    Gentile Sig.ra,

    per un momento, mettiamo da parte tutta la questione relativa a come la sua amica attualmente vive il rapporto con cibo e corpo.
    Andiamo a monte. Lei mi parla di padre onnipresente, invadente e soggiogatore.
    Può darsi sia realmente così. Poi, riferendosi al ragazzo dell’amica, attribuisce lo stato di nervosismo di lei ad una colpa di lui.
    Ne deduco che, nel confidarsi, la sua amica non usi termini elogiativi nei riguardi di padre e compagno o, perlomeno, ne riporti episodi che le creano sofferenza.
    Ma si tratta di una sofferenza reale o percepita?
    Mi spiego: le persone più vicine alla sua amica sono davvero caratterialmente negative o la ragazza tende ad attribuire a terzi qualsiasi colpa, evitando così di esaminare se stessa?
    Potrebbe esserci un problema di comunicazione, un’incapacità di immedesimazione e mediazione.
    I disturbi alimentari non nascono dall’oggi al domani. Per farvi fronte è necessario trovare una spiegazione proprio in ciò che li ha scatenati.

    Se ci tiene alla sua amica, le parli con serenità, senza preoccuparsi di farla arrabbiare. Se anche accadesse, sarebbe un’arrabbiatura momentanea e comunque utile per portarla a riflettere sulla necessità di essere vista da uno specialista.

    Lei dice bene, situazioni come queste possono rovinare il resto della vita.
    Agisca in fretta.

    P.S. Ho pubblicato a questo link (http://www.anoressiabulimia.it/consigli-per-i-familiari.html) alcuni consigli che spero possano esserle utili.



    Dr. Emanuel Mian