DOMANDA
Gentile dottoressa, sono in crisi:due anni fa mio figlio ora 18enne, mi ha confidato che si sentiva gay. Ho provato a portarlo da una psicologa per capire se era solo una sua convinzione ma non è voluto venire. A me la psicologa ha detto che dovevo accettare il tutto in modo naturale (facile a dirsi)e riferire a mio marito. Ma il problema è questo:non riesco a dirglielo, sono sicura che, se prima non gli viene un infarto, darà la colpa a me perchè quando era piccolo ho regalato a mio figlio e mia figlia (più grande di 2 anni)la stessa bambola visto che giocavano sempre insieme. Mio figlio è sempre stato un bambino e poi un ragazzo tranquillo, educato e studioso.E’ un tipo che sa dare le risposte giuste anche se non scommetteresti su di lui: sembra un’acqua quieta ma in effetti ha i suoi obiettivi e si impegna per portarli a termine. Mi aiuti perchè questo segreto mi sta dannando l’anima e credo che presto mi porterà alla depressione. Grazie per la risposta.
RISPOSTA
Gentile signora, comprendo il suo disagio perché purtroppo viviamo in un contesto sociale dove l’omosessualità viene ancora considerata una malattia di cui vergognarsi!
Invece non è così e se guardiamo alle realtà di altri paesi più evoluti ci possiamo rendere conto che i gay e le lesbiche possono senz’altro vivere in modo sereno e pienamente integrato.
Credo che la sua difficoltà nel comunicarlo a suo marito stia nei suoi sensi di colpa, del tutto ingiustificati. Infatti i giochi infantili non sono certo responsabili dell’orientamento sessuale.
Descrive suo figlio come un ragazzo responsabile che sa quello che vuole e come ottenerlo e questo è fondamentale alle sua età, ed è perfettamente comprensibile che abbia rifiutato di venire con lei dalla psicologa.
Infatti, in questi casi, i genitori hanno più bisogno d’aiuto per comprendere i figli. Quindi il mio consiglio è quello di consultare lei un esperto per chiarire i dubbi sulla sua modalità educativa e trovare insieme il modo più giusto per dirlo a suo marito.
Cordiali saluti