Come scalare CITALOPRAM e EN per ansia e depressione

    Pubblicato il: 29 Dicembre 2014 Aggiornato il: 29 Dicembre 2014

    DOMANDA

    Buongiorno Dottore
    sono una ragazza di 32 anni, a seguito di due interventi di inserimento e rimozione bendaggio gastrico e ad un lungo periodo di pro di ogni tipo da Sett del 2013 ho cominciato a soffrire di attacchi di panico e depressione.Sono stata per un breve periodo in cura a Milano da una psicoterapeuta e da uno psichiatra che mi ha dato una cura perche 4 mesi fa sono finita in ospedale paralizzata con bocca mani e gambe per un forte attacco di panico.Ora la causa scatenante è stato il mio stomaco dopo due anni di terrore col bendaggio gastrico ho cotinuato ad avere prb di stomaco tutti i giorni e questo mi ha mandato fuori di testa.Ora lo stomaco sta meglio, non ho piu attacchi mi e rimasta solo ansia x via dei miei gravi prb economici.Ora, da una settimana mi sono trasferita a Roma da Milano e il mio psichiatra non vuole seguirmi piu.Ho difficolta a trovare un altro medico perche non ho soldi e nemmeno posso andare in un centro perche esco di casa alle 6 e torno la sera alle 19.
    Insomma vorrei smettere i farmaci perche sto ingrassando e perche vorrei provare a stare meglio senza essere una drogata! ho iniziato con 70 gocce di En e 1cp di citalopram ora ho scalato con lo psichiatra fino a 33 gocce di En e sempre una cp di citalopram.
    La mia domanda è questa: come funziona lo scalare dei due farmaci insieme?
    Cioe se io da una compressa di citalopram provassi a passare a mezza all inizio le gocce di En devono restare le stesse o devo aumentarle per compensare

    RISPOSTA

    Buongiorno,

    intanto le consiglio di rivolgersi ad un collega del CIM o Centro di Igiene Mentale di Roma che la saprà senz’altro consigliare in merito. Quindi le ricordo che gli psicofarmaci vanno scalati con molta attenzione e lentamente per non incorrere in effetti da rimbalzo.

    Rifletta bene sull’opportunità di poterlo fare da sola e non con l’aiuto di un medico. Non è affatto una “drogata” come si definisce lei ingiustamente, la droga è altra cosa, è una ragazza che vuole stare meglio.

    Cordiali saluti

    Federico Baranzini

    Federico Baranzini

    Esperto in dipendenze patologiche, farmacoterapia e disturbi depressivi nella terza età e nei disturbi di personalità Classe 1973, milanese di adozione, si è laureato in Medicina nel 1999 e ha conseguito la Specializzazione in Psichiatria e Psicoterapia nel 2004 presso l’Università degli Studi dell’Insubria di Varese. Ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Psico-Farmacologia Clinica […]
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