DOMANDA
Salve sono la moglie di un cocainomane. Fa uso di cocaina da dieci anni. Dopo un confronto molto duro tra noi ha manifestato l’intenzione di seguire con serietà un percorso di disintossicazione. ha iniziato a seguirlo ma nonostante questo io mi sono accorta che lui non è davvero convinto, credo sia una maschera per tenermi buona. appena volto le spalle si droga. si tiene aperte troppe porte, non evita situazioni critiche, anzi le cerca e poi dice che capitano, non gestisce il craving, se non rarissime volte, ovviamente dice bugie sempre meno credibili. non so come andare avanti. i terapisti del gruppo partner mi suggeriscono di resistere ancora un pò, di dargli fiducia, ma io non ne ho più. mi sento sconfitta. senza alternative. non vedo in lui miglioramenti, anzi! le bugie non si contano e ormai ogni angolo liscio della mia casa nasconde residui di cocaina. come si fa a smettere? io non credo più che sia possibile. non credo che lo voglia. non credo più a nulla.
RISPOSTA
Gentile signora, la situazione che lei descrive è spesso riportata dai partner delle persone che sono dipendenti da cocaina e, più in generale da droghe. Infatti i familiari sperimentano dolorosamente in vario modo infruttuosi tentativi di arginare e controllare la tossicodipendenza ed i suoi effetti.
Da quello che mi scrive, suo marito ha iniziato una terapia ma senza impegno e soprattutto senza risultati. Quanto a lei il sostegno del gruppo non sembra esserle di aiuto, perché le viene proposto di aderire ad un modello che in questo momento le è intollerabile. Lei descrive una situazione difficile, se può parli con i terapeuti di suo marito per sentire anche il loro parere sull’andamento del programma terapeutico. Se nel medio periodo non si dovesse verificare alcun cambiamento è probabile che ricadrà su di lei la responsabilità di assumersi il peso di una decisione che suo marito non vuole o non può considerare. L’aiuto di uno psicoterapeuta individuale potrà aiutarla e comprendere meglio quali siano le scelte migliori per sé stessa.