DOMANDA
Gentilissima dottoressa,
ho letto con attenzione la sua risposta, e nel ringraziarla per il tono e le splendide parole le devo dire che obiettivamente la situazione è difficile, lei credo non a caso l’ha definito trauma. In questo momento mi sento come nella canzone di Bennato: ” Un giorno credi di essere giusto
e di essere un grande uomo in un altro ti svegli e devi cominciare da zero… “; mia moglie mi sta molto vicina e devo dire che stiamo cercando di ripartire, tuttavia i fantasmi ci sono ancora. La domanda che volevo porLe e se a suo avviso ci sono prescrizioni mediche che possano accelerare il mio recupero … ho voglia di tornare a viveve felice come un tempo, non voglio più soffrire. La ringrazio in anticipo
RISPOSTA
Gentile lettore,
ha ragione: le parole di Bennato rendono davvero bene l’idea di come ci si sente in questi casi!!! Il periodo di sofferenza e di ricostruzione non è mai breve e momenti cupi di sconforto sono più che normali. Un antidepressivo potrebbe aiutare? Se è possibile farne a meno è meglio ma non bisogna neanche fare gli eroi…quindi la scelta sta a lei! Quando sarà fuori dal tunnel, se avrà capito e accettato le proprie e altrui debolezze, sarà un uomo più ricco e forte della forza vera, per intenderci quella che in giro si vede molto poco! Per arrivare a questo ci vuole la capacità di passare attraverso dolori senza chiudersi e senza dar retta agli altri o all’orgoglio ferito. Guardi, se può, i suoi momenti bui con tenerezza e non si scoraggi: da quel poco che scrive intuisco che lei può farcela anche senza farmaci e un domani avrà molto da raccontare ai suoi figli e agli altri!
Un saluto affettuoso
prof Chiara Simonelli