DOMANDA
Gentile Dottoressa, le scrivo per la terza e spero ultima volta; la ringrazio per i consigli, i suggerimenti, le parole che nelle due volte precedenti mi hanno fattivamente aiutato; purtroppo, tra le “disgrazie” che un tradimento porta con se, c’è anche quella di non potersi confidare con amici, parenti, vivi il dolore da solo, senza poterti sfogare con nessuno. Il rapporto con mia moglie è in ripresa ed a parte un po’ di valeriana, non ho utilizzato altri aiuti; fisicamente ho ripreso l’attività fisica ed ogni giorno mi sento meglio. Non mi vergogno di aver preso a pugni l’amante di mia moglie, e sono fiero di essere riuscito a fargli confessare alla donna con cui convive, tutto. Un punto sul quale purtroppo non riusciamo a trovare intesa con mia moglie riguarda il parlare di quanto è accaduto;lei ha vissuto e vive con profonda vergogna tutto quello che ha fatto, avermi mentito a più riprese. Vorrei che lei si sfogasse con me, le sembra un approccio sbagliato? Come posso aiutarla?
RISPOSTA
Preferisco sorvolare sui pugni, ovviamente! Concordo invece sul suo silenzio con parenti e amici: lasciarsi andare ad uno sfogo è legittimo solo quando si è deciso di troncare definitivamente e senza appello! Lo sfogo di un momento si paga molto caro.
Sulla difficoltà di sua moglie cerchi di essere comprensivo e di ritornare alla questione essenziale: come state tra di voi? Valorizzi e viva tutto ciò che vi fa stare bene quando state insieme. Parlare di ciò che è accaduto deve avvenire se e quando sua moglie se la sente. Altrimenti rischia di “fare il padre” che assolve o condanna…mentre le auguro di fare il marito, il compagno affettuoso di una vita che la prende per mano e dopo una caduta si rialza insieme a lei. Oltretutto rivangare o mettere il coltello nella piaga non farebbe bene a nessuno dei due anche se immagino che la tentazione sia talvolta forte.
E’ stato eccellente a scegliere la valeriana e l’attività fisica: si prenda cura di sé…
Un saluto affettuoso
prof Chiara Simonell