Come trattare oggi il reflusso safenico: stripping o radiofrequenza?

    Pubblicato il: 14 Giugno 2013 Aggiornato il: 14 Giugno 2013

    DOMANDA

    Mi è stata recentemente diagnosticata con ecodoppler una modesta insufficienza alla safena sinistra con la formazione di una grossa varice sottogenicolare. Mi è stata consigliata la rimozione chirurgica presentandomi la possibilità di scegliere fra lo stripping e il nuovo sistema Vnus Closure Fast + varicectomia in anestesia locale. Preferirei quest’ultimo metodo perchè mi pare che abbia tempi di recupero più veloci ma temo che non sia ancora stato sperimentato sufficientemente.Che percentuale di successo può dare? E quali controindicazioni presenta? In caso di insuccesso si può praticare senza difficoltà un successivo stripping? Dato che la parte inferiore della safena non viene rimossa questo può creare futuri problemi varicosi nella parte inferiore della gamba? Obiettivamente quali sono vantaggi e svantaggi tra stripping e Vnus Closure Fast? Grazie

    RISPOSTA

    Le tecniche chirurgiche per il trattamento delle varici possono essere raggruppate in due categorie principali: Tecniche ablative (Stripping safenico) e Trattamenti obliterativi endovascolari (Laser e Radiofrequenza). La metodica di occlusione della vena safena con Closure Fast è una tecnica ambulatoriale efficacissima nella cura delle varici degli arti inferiori. La tecnica chirurgica è estremamente semplice e di minima invasività. La tecnica si basa sulla proprietà fisica delle radiofrequenze di riscaldare i tessuti. Indicazioni La tecnica Closure è indicata in tutti i casi nei quali i pazienti soffrano di varici causate da un’insufficienza venosa del tronco della vena grande safena. Noi indichiamo la metodica soprattutto nei soggetti che abbiano esigenze estetiche oppure che abbiano necessità di una ripresa particolarmente rapida delle proprie attività lavorative o di relazione. Inoltre la tecnica è particolarmente indicata nei soggetti con rischio di infezione come i soggetti sovrappeso o diabetici. E’ inoltre indicata nei pazienti con rischio emorragico o che abbiamo intrapreso un trattamento anticoagulante o antiaggregante piastrinico. La metodica ha dato risultati eccellenti e data la maneggevolezza, la semplicità, la standardizzazione e l’assenza di effetti collaterali si pone ai vertici delle tecniche endovascolari nella cura delle varici degli arti inferiori. L’intervento è definito in Regione Lombardia con il termine di BOCA (Intervento a Bassa Operatività Chirurgica Assistenziale). Il Paziente viene dimesso nella stessa giornata in cui esegue l’intervento. Pertanto è da considerarsi un intervento di “day-surgery”. L’intervento viene generalmente effettuato in anestesia “subaracnoidea selettiva”. Esiste anche la possibilià per la tecnica della radiofrequenza di utilizzare l’anestesia locoregionale. Nel corso del prericovero, sarà cura del Medico Anestesista offrire al Paziente le delucidazione per l’anestesia e valutare la migliore soluzione per il Paziente. Questo intervento mininvasivo viene eseguito c/o l’Istituto Auxologico Italiano IRCCS in regime di SSN, Struttura che viene considerata “centro di riferimento” per questa metodica chirurgica. Per saperne di più la invito a consultare il sito web www.flebologia-radiofrequenza.com e www.renatocasana.it dove troverà risposta ai suoi quesiti e utili informazioni sulle problematiche flebologiche . Cordialità. Dott. R. Casana