DOMANDA
Egregio Dottor Rizzardo, ho 61 anni e da ragazzo ho sempre sofferto di ansia e fobie, spesso immotivate, posso dire che sono congenite.
Non ho mai avuto il grosso attacco di panico, ma piccole e medie fobie, ma continue, ogni situazione è causa di fobie: sentire in televisione un fatto negativo, parlare di qualcuno che sta male, fare un esame del sangue, una semplice radiografia, affrontare una nuova situazione, paura a dormire la notte da solo, e questa ce l’ho da bambino, etc.
Mi sento stanco di questo continuo stress.
Le chiedo gentilmente come si chiamano questi miei disturbi, è ansia, fobie, nevrosi, psicosi, vi è anche depressione mascherata? Spesso questi miei disturbi mi creano somatizzazzioni d’ansia sullo stomaco con difficoltà digestive e mal di testa.
Secondo la Sua esperienza è più adatto un ansiolitico oppure un antidepressivo, magari leggero, della classe SSRI?
La ringrazio di vero cuore se può darmi dei consigli e cordialmemte la saluto, R. !
RISPOSTA
Gentile signore,
certo l’ansia domina la sua descrizione e probabilmente ogni situazione insolita le provoca allarme; l’ansia è appunto un allarme che nel suo caso sembra tarato ad una soglia di attivazione molto bassa, come se ad ogni stormir di foglia l’allarme di casa scattasse a segnalare un’improbabile intrusione. In questi casi si parla di disturbo d’ansia generalizzato, a cui spesso si possono aggiungere altri sintomi, come le fobie (paura di specifiche situazioni che non spaventano gli altri), l’umore depresso, disturbi di somatizzazione (cioè disturbi fisici di origine psicologica) come lei riferisce, ecc. Detto questo, non bisogna fermarsi solo alla diagnosi più o meno appropriata, per stabilire un programma terapeutico, perché sono da considerare molti altri fattori oltre ai sintomi, come la storia del proprio sviluppo psicofisico, l’equilibrio psicologico generale raggiunto, i possibili fattori di stress, le relazioni interpersonali, il sostegno sociale ecc. Tutto questo le fa comprendere che l’uso di un farmaco, qualora ritenuto necessario (meglio in questi casi l’antidepressivo serotoninergico), ha una funzione limitata e dev’essere integrato, quando possibile, all’interno di un programma di sostegno psicologico o di una psicoterapia. Un saluto cordiale.