Componente monoclonale

    DOMANDA

    Buongiorno.
    Ho 53 anni e sono stata operata di carcinoma al seno 5 anni fa. Ho seguito terapia con Enantone per i successivi due anni e Tamoxifene fino allo scorso agosto. Due anni fa mi è stato embolizzato un aneurisma all’arteria splenica. Dall’inizio di quest’anno ho delle extra-sistoli, per le quali sono stati fatti accertamenti (ecg, holter cardiaco ed ecg da sforzo) da cui è risultato che si tratta di BEV che scompaiono durante lo sforzo fisico e dunque, secondo il cardiologo, benigni. Ultimamente mi si è riacutizzato un dolore lombare, di cui ho sempre sofferto per una scoliosi lombare. Mi è strata riscontrata un’osteoporosi alla schiena e un’osteopenia alle anche, attribuite dal medico anche all’assunzione di Enantone e Tamoxifene.
    Da esami di routine, a novembre 2017 è individuata componente monoclonale IgM
    KAPPA (0,19 g/dL), controllata a distanza di sei mesi (0,23 g/dL) .
    Il medico curante ha attribuito la presenza della componente monoclonale al pregresso tumore, di cui, sostiene sia una sorta di “strascico”.

    Ecco i risultati delle ultime analisi:
    Ldh 248 (valori di riferimento 84-246)
    VES 43 (valori di riferimento 2-30)
    Hb emoglobina 13,6 (valori di riferimento 12-16),
    Fosfatasi alcalina 22.2 (valori di riferimento post-menopausa 6.0 – 22.5)
    Misura Componente Monoclonale sierica 0.22 g/dL
    Ricerca Bence-Jones (Immunofissazione) Negativo

    Sono valori che destano preoccupazione, anche in relazione ai miei problemi di salute nel passato? Devo rivolgermi ad un ematologo?
    La ringrazio e saluto cordialmente

    RISPOSTA

    Buongiorno. E’ possibile che la sua componente monoclonale (CM) possa essere una conseguenza delle terapie eseguite o comunque correlata alla pregressa neoplasia. Al momento l’entità della stessa componente è tale da non destare alcuna preoccupazione. Tuttavia, trattandosi di una CM di classe IgM, una volta esclusa la possibilità che essa possa rappresentare un fenomeno di accompagnamento ad un’eventuale patologia linfoproliferativa (a tale scopo, in ogni caso, oltre agli esami ematici, è sufficiente eseguire un’ecografia addominale, una radiografia toracica standard e una visita medica accurata per escludere la presenza di adenomegalie), è senz’altro consigliabile mantenere un monitoraggio regolare.

    Cordiali saluti,

    Francesco Onida

    Francesco Onida

    Francesco Onida

    Professore Associato in malattie del sangue nel Dipartimento di Oncologia e Emato- Oncologia dell’Università Statale di Milano, lavora presso la Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, dove è responsabile del Centro Trapianti di Midollo Osseo. Laureatosi in medicina e chirurgia nel 1995, si è poi specializzato in Ematologia nel 1999. Rientrato in Italia […]
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