DOMANDA
Ho scoperto circa un mese fa che mio marito faceva uso di cocaina da due anni. Il prelievo superava 5000€ al mese per più di un anno. Io ho 37 anni, lui 45 e le due figlie di 8 e 4 anni. Lui è esattamente come i suoi altri pazienti. Ha un bel lavoro, preciso(era) e sociale(era). Nessuno immaginerebbe che a casa la sera era nervoso e scontroso, soffiava il naso fortissimo, mangiava le schifezze durante le notti e dormiva fino a mezzogiorno anche durante la settimana. Tutti pensavano che era in giro dai clienti.
L’ho portato a Sert settimana scorsa e prossimamente inizierà il percorso di disintossicazione.
Io mi sono informata tutto sulla droga e ho pensato per il bene delle figlie di rivolgerci ai specialisti.
Vorrei chiedere il suo consiglio come mi devo comportare. Sono distrutta. Tutti giorni mi rendo conto di aver vissuto nel grande menzogna per due anni. Ogni cosa che diceva lui era bugia. Dopo aver fatto ammettere l’uso della cocaina, lui è ricaduto e mi ha mentito tranquillamente senza minimo di vergogna. Non riuscirò mai a fidarmi di lui. Mi sono rivolta ad una psicologa per non cadere anch’io nella depressione.
Lui ci sta mettendo tutto. Questo capisco. Ieri ha comprato il test in farmacia e facendomi vedere che era ancora positivo dopo 20 giorni che non la faceva era molto deluso.
Cerco di non essere negativa, ma ogni momento della giornata idea di aver vissuto nelle menzogne e di dover vivere ancora per molti anni nel buio, mi fa stare molto male. Lui mi chiede che cosa ho… E io rispondo male o scoppio in lacrime. So che con chi sta cercando di uscire non si deve far pesare del passato… Ma non ci riesco.
Lui si comporta normalmente. Mi dice che si sente più in forma e tranquillo. Ma io sto peggio ogni giorno che passa. Sembra lui quello bravo che ha deciso di smettere. Non si preoccupa di me che vivo nel incubo. Anche durante le vacanze e questo weekend ha dormito fino dopo mezzogiorno. È assente dalla vita di famiglia come era per due anni. Non è cambiato nulla.
Lo devo lasciare in mano al Sert completamente e non mi devo preoccupare di niente? Magari devo dedicare di più a me stessa? Facendo sport o qualche altra attività? Non devo farmi vedere a lui che sono depressa e confusa?
Faccio qualsiasi cosa per sentirmi su e far migliorare la malattia di mio marito. Devo lasciare la gestione del denaro a lui? ( per momento lo lascio 10/20€ al giorno e lui non ha possibilità di prelevare insaputa).
Lui mi ha minacciato che se lo tolgo le bambine, non può smettere e che è fine della sua vita. Vedo però per Natale non ha alzato un dito per rendere felice le bambine e continua a dormire quando le bambine hanno bisogno di giocare con lui. Sembra zombi. Devo interpretare che ci sta mettendo veramente tutto per recuperare due anni persi? È sbagliato pretendere da un cocainomane che pensi e ragioni come una persona normale?
Cosa dicono altre moglie dei suoi pazienti? Grazie
RISPOSTA
Gentile signora, da quanto mi scrive mi sembra di capire che suo marito abbia iniziato una terapia, ma senza impegno e soprattutto senza risultati. La positività del test dopo 20 giorni di (dichiarata) astinenza non è molto credibile, anche se magari ci sono state delle difficoltà nell’effettuare e soprattutto nell’interpretare questo esame fatto a casa, dato che , nella maggior parte dei casi, in commercio ci sono test molto attendibili. Lei descrive una situazione difficile e, se suo marito l’autorizza, le consiglio per prima cosa di parlare con i professionisti che lo seguono, per sentire anche il loro parere sull’andamento del programma terapeutico. In ogni caso lei ha molto bisogno di essere sostenuta perché so, per esperienza clinica, come la gestione del quotidiano sia vissuta come difficoltosa ed impegnativa per chi sta accanto ad una persona cocainomane e spesso le partner si interrogano su quale relazione di coppia sia possibile. Deve essere consapevole perciò che le aspetta un momento impegnativo, perchè vivere accanto ad una persona che smette o tenta di smettere di usare cocaina rappresenta un grande sforzo emotivo. Inoltre non va sottovalutata la questione economica che ha, ovviamente, un ruolo rilevante nelle dinamiche familiari in quanto frequentemente implica l’attribuzione di responsabilità di gestione del denaro alla sola partner, nel tentativo di arginare situazioni altamente compromesse del budget familiare.
Le consiglio perciò di chiedere ai professionisti del SERT uno spazio terapeutico dedicato anche a lei, proprio per la necessità di poter esprimere le proprie paure ed affrontarle, di non sentirsi sola e riuscire così a prendersi cura di sé, ed in questo modo, anche di tutta la sua famiglia.