conferma iter terapeutico corretto

    Pubblicato il: 22 Marzo 2013 Aggiornato il: 22 Marzo 2013

    DOMANDA

    Gentilissima dott.ssa, mio padre (72 anni) è affetto da adenocarcinoma polmonare, diagnosticato a giugno del 2011 (stadio IIIB). Mio padre, in ottimo stato di salute è stato sottoposto a 4 cicli di chemio cisplatino+almita, con riduzione di oltre il 50% della massa principale nel polmone dx e dei linfonodi mediastinici. 60 sedute di radioterapia hanno ulteriormente ridotto la massa principale ed i linfonodi. La Pet di giugno 2012 evidenzia una ripresa dell’attività metabolica dei linfonodi e la presenza di alcuni noduli nel lobo sx. Nuovamente sottoposto a 3 cicli di carboplatino+almita, dopo parziale risposta alla terapia si è proseguito con altri 3 cicli. La nuova rivalutazione conferma una situazione stabile seppur con i linfonodi mediastinici attivi. Riprende terapia con 3 cicli gemcitabina, la rivalutazione evidenzia una aumentata attività metabolica linfonodale e piccoli noduli polmori dx e sx. Encefalo e altri siti negativi. Mio padre continua a stare in buona salute, solo un pò di affaticamento e lieve dispnea dopo minimi sforzi. Dopo un lungo colloquio con l’oncologa, che inizialmente era decisa a non andare avanti, per preservare la qualità di vita di mio padre, indica chemioterapia carboplatino+taxolo settimanale, evidenziando la bassa probabilità di risposta. Sono preoccupata, possibile che in una malattia metastatica ma ancora localizzata a livello polmonare, nn ci sia niente da fare??? IO mi fido ciecamente dell’equipe medica, ma altri pareri..Grazie Laila97

    RISPOSTA

    Gent.ma Lettrice
    I trattamenti chemioterapici impostati per suo padre sono stati assolutamente corretti. Purtroppo il tumore del polmone è una malattia che a volte risponde male o ha risposte alla terapia di breve durata. Anche se la malattia è localizzata solo a livello polmonare e suo padre è in buone condizioni generali, ogni volta che si imposta un trattamento bisogna tenere conto delle probabilità di risposta , della qualità di vita del paziente e di quello che vogliamo ottenere con la terapia (e mi sembra che l’Oncologa che segue suo padre abbia fatto ogni volta delle scelte tenendo conto di tutti questi elementi). Quali trattamenti restano da fare? Suppongo, anche se Lei non me ne parla, che sia già stata valutata ed esclusa la possibilità di inibitori delle tirosinchinasi (farmaci che funzionano solo nella malattia mutata per EGFR), resta da vagliare l’ipotesi di far partecipare papà a protocolli di ricerca con farmaci sperimentali (ma sempre considerando tutte gli elementi che le ho detto prima).
    Ne parli con l’Oncologa che segue e conosce papà , saprà sicuramente fare insieme a voi le scelte migliori per lui.
    I miei migliori auguri
    Dr.ssa Gabriella Farina