Confronto tra il referto di una RM e una Angio-Tac a proposito di un aneurisma

    Pubblicato il: 22 Settembre 2015 Aggiornato il: 22 Settembre 2015

    DOMANDA

    Paziente femmina anni 64

    RM encefalo senza MDC -21/08/2014 : immagine ipointensa di circa 4,3 mm in corrispondenza della biforcazione del tratto M1 di dx

    Angio-TC per controllo ischemia e aneurisma cerebrale. 13/01/2015.

    Dilatazione aneurismatica a livello della biforcazione dell’arteria cerebrale dx del diametro massimo di circa 5 mm con associato piccolo bleb.

    La mia preoccupazione è che questo aneurisma tenda a dilatarsi e ad assotigliarsi, aumentando il rischio di emorragia. Ho sottovalutato questo problema.

    La visita con il neurochirurgo del sistema sanitario (causa liste di attesa) è fissata per il 10 dicembre.

    Se la situazione richiedesse una visita urgente abbrevierei i tempi rivolgendomi ad un professionista privato.

    La prego di suggerirmi come è preferibile che mi comporti.

    RISPOSTA

    è stato pubblicato un esauriente lavoro una decina di anni fa, cui hanno partecipato tutte più importanti neurochirurgie del mondo, “ISUIA”, un acronimo di “internation study of unrupteted intracranial anurisms”. In tale lavoro alla fine si diceva che gli aneurismi intracranici che non si erano rotti spontaneamente sino al momento dell’osservazione potevano essere lasciati stare (non andavano trattati) se inferiori di diametro ai 6 mm (nelle dimensioni esterne della massa). Tale conclusione è stata in seguito contestata da molti neurochirurghi che si dichiaravano non d’accordo, ma tant’è, la conclusione c’è, e fa testo. Quindi, in base a quella conclusione un aneurisma come quello della sua amica, inferiore ai 6 mm di diametro, non andrebbe trattato. In realtà dire a uno, che egli ha un aneurisma, e che però non deve farselo trattare, perché le possibilità di sanguinamento spontaneo di quell’aneurisma sono tanto piccole da non meritare il peso (il rischio) del trattamento, può non essere sufficiente (nel suo caso) a tranquillizzarlo. Perchè il destino statistico per gli umani è come per chi mangia i polli nella francia di Enrico IV, c’è chi ne mangia due al giorno e chi non ne mangia alcuno. Quindi, come sempre la cura deve essere ad personam. Qe quello vive proprio male con l’idea di avere una bomba che, seppur molto raramente, gli può esplodere in testa, allora si faccia operare. Oggi circa la metà degli aneurismi cerebrali (nei paesi “ricchi”), viene operata per via endovascolare, l’altra metà per via intracranica (ovvero aprendo la testa con la creazione di uno sportello osseo, che poi ovviamente viene chiuso). Ci sono indicazioni per ambedue le metodiche, in quanto sia l’una che l’altra presentano vantaggi e svantaggi. La prima metodica è in genere appannaggio dei neuroradiologi, l’altra dei neurochirurghi. Sia l’una che l’altra, comunque per la loro riuscita dipendono fondamentalmente dalla bravura personale dell’uno e dell’altro specialista. E queste sono informazioni che il soggetto, se deciderà per il trattamento, potrà assumere per conto

    riguardo al confronto: l’angiorisonanza (e l’angiografia digitale) ti fanno vedere il flusso come si configura all’interno del vaso e dell’aneurisma. L’angiotac ti fa vedere, dal di fuori, le pareti dei vasi e dell’aneurisma (COME apparirebbero ad un lillipuziano osservatore che vi navigasse intorno). Così, per un intervento a cielo aperto, ove, parimenti si naviga con il microscopio nei fiumi delle cisterne intracraniche è più utile l’angio tac perché ti fa riconoscere meglio le PARETI DELLE strutture vaSCOLARI compresa quella dell’aneurisma. Poter avere un’idea figurativa del il flusso invece può essere utile per stabilire se è possibile l’intervento mento endovascolare perchè l’inserimento dei coils che si usano sioso mpossibile o rischi fa attraverso il “colletto”, nella sacca aneuroismatica e se il colletto è piccolo, ecco che tale inserimento è impossibile o troppo rischioso. In ogni caso è fondamentaler le bravura (l’esperienza) dell’operatore, sia quegli neurochirrurgo o neuro radiologo