Consigli per la schiena per chi gioca a pallavolo

    DOMANDA

    Gentilissimo signor Toso,
    Premettendo che gioco a pallavolo in un campionato di serie B2, all’incirca 3 settimane fa mi sono dovuta fermare per problemi di schiena. Ho già fatto una risonanza magnetica perchè il dolore persisteva e dalla risonanza è emersa una leggera protrusione discale L4-L5. Sto tutt’ora facendo un ciclo di punture intra-muscolo di cortisone, le prime 3 da 8 mg, poi 4 punture da 4 mg e per concludere 3 punture da 4 mg a giorni alterni (mi mancano le ultime due punture dell’ultimo ciclo).
    Il dolore è finalmente passato e proprio per questo da domani il mio preparatore atletico vorrebbe cominciare a farmi riprendere un po’ di attività fisica, comunque assolutamente senza saltare. Ed è qui che vorrei cortesemente un suo parere, secondo lei è troppo presto ricominciare (seppur con calma) attività fisica dopo 3 settimane di stop? So che se andassi da qualsiasi ortopedico mi direbbe assolutamente no, riposo assoluto per ancora 1 mese se non di più.
    Per questo le chiedo di tener presente che comunque in qualità di atleta non posso/voglio star ferma più di tanto se non è assolutamente e strettamente necessario.

    La ringrazio in anticipo!!! Francesca 🙂

    RISPOSTA

    Prima di riprendere gli allenamenti le consiglio di conoscere la colonna vertebrale, imparare a usarla bene nelle posture e nei movimenti quotidiani, eseguire correttamente gli esercizi di stretching, eseguire gli esercizi di stabilizzazione che permettono di stabilizzare la colonna vertebrale durante la pratica sportiva, imparare i movimenti di compenso che permettono di riequilibrare la colonna al termine degli allenamenti.
    L’esercizio del grounding e la tecnica del verrouillage sono utili non solo per proteggere la colonna vertebrale ma sono tecniche preziose che permettono una buona esecuzione della ricezione sia a due mani sopra il capo sia con il bagher.
    Il servizio e la schiacciata sollecitano notevolmente la colonna vertebrale con un movimento di iperestensione abbinato alla rotazione assiale del rachide.
    Per un efficace prevenzione, nell’effettuare il servizio è importante ricercare una base stabile degli arti inferiori, mantenendo in posizione più avanzata il piede opposto all’arto superiore che effettua il servizio; piegando gli arti inferiori si evita l’eccessiva estensione del rachide.
    Occorre tenere presente che il servizio effettuato in volo provoca sollecitazioni ancora più elevate sul rachide. Ne consegue che, se l’atleta soffre di lombalgia, è bene che effettui il servizio senza salto.
    L’esecuzione della schiacciata è più difficoltosa quando la palla viene alzata in modo non preciso: se la palla si trova dietro la spalla l’atleta è costretto ad una maggiore rotazione e maggiore estensione del rachide. Se, invece, la palla alzata si trova troppo in avanti, la rotazione assiale della colonna viene accompagnata da un’eccessiva flessione.
    Per una buona prevenzione diventa importante che l’atleta sia dotato di un buon corsetto muscolare e che si alleni ad effettuare il gesto evitando l’iperestensione del rachide lombare. Tutto questo è agevolato anche da una buona mobilità delle spalle e del rachide dorsale.
    Altro fattore di rischio tipico dei giocatori di pallavolo è la ripetizione esasperata di salti per effettuare il muro o la schiacciata. Le nostre ginocchia sono fatte anche per saltare, ma non per eseguire questo gesto per un numero così elevato di ripetizioni. Se si considera che una partita può durare 5 set e che l’attività agonistica talvolta esige competizioni quotidiane, appare evidente che il numero di salti diventa elevatissimo.
    Naturalmente il potenziale danno alla colonna e agli arti inferiori non è tanto dovuto all’azione propulsiva degli arti inferiori, ma al ritorno a terra, all’impatto con una superficie rigida: è un microtrauma ripetuto per gli arti inferiori e per la colonna vertebrale.
    Per una buona prevenzione oltre che le giuste pause e una intelligente programmazione degli impegni agonistici, è importante, al termine degli allenamenti, eseguire gli esercizi che decomprimono i dischi.
    Ulteriore fattore di rischio legato al gioco della pallavolo sono i tuffi che l’atleta effettua per intercettare la palla. Per evitare che diventino traumi dannosi è importante che l’atleta sia dotato, oltre che di preparazione tecnica e atletica, anche di capacità acrobatiche e che si alleni a cadere bene nelle diverse direzioni.
    Occorre poi ricordare che molto spesso la causa della lombalgia non è da attribuire allo sport ma alle posizioni che l’atleta assume al termine dell’allenamento o della gara. Infatti, quando l’atleta si rilassa in una posizione seduta scorretta, quando viaggia a lungo sottoponendo la colonna agli stress da vibrazione oppure quando dorme poco o male su di un letto non idoneo, con un cuscino che altera la lordosi cervicale, la colonna vertebrale ne risente negativamente e i dischi intervertebrali non possono avere il giusto riposo. Pertanto, deve usare correttamente la colonna vertebrale non solo nello sport ma anche nel lavoro e nel riposo.
    Ricordi che una colonna vertebrale sana, efficiente e ben protetta permette non solo di prevenire i dolori, ma anche di migliorare il suo rendimento e le sue prestazioni.
    In questo modo la sua carriera di atleta non sarà bloccata precocemente per la disabilità del rachide e potrà conservare una colonna vertebrale sana ed efficiente anche quando interromperà l’attività agonistica, potrà continuare a muoversi con armonia ed agilità per i tanti benefici acquisiti con la pratica sportiva.
    Cordiali saluti
    Benedetto Toso