Consuetudine, affetto, amore?

    DOMANDA

    Buonasera. La domanda che vorrei farle è quasi telegrafica. Ho lasciato ormai due anni fa un amore grande, perché non riusciva a decidersi di lasciare la compagna con cui viveva… Ci siamo amati moltissimo, siamo costretti a frequentarci per ragioni di lavoro. Tutto per fortuna si sta attenuando, ma… lui resta lui. Recentemente mi sono accorta che quando ci parliamo sempre per ragioni di lavoro (facciamo molte belle discussioni su temi di interesse comune) mi chiama spesso per nome, più spesso che in una conversazione “normale”.
    Secondo lei, come si potrebbe interpretare questo fatto?
    Grazie per un indizio da parte sua… Francesca

    RISPOSTA

    Buonasera,
    sarò telegrafica anch’io: non penso che si possa interpretare questo fatto come un interessamento particolare. Sarà stato un rapporto intenso, ma ormai definito da ben due anni. Dopo tanta chiarezza da parte sua, se lui volesse qualcosa di diverso dal semplice rapporto di lavoro e in virtù della sua netta determinazione, lui dovrebbe agire diversamente, uscendo allo scoperto. La ripetizione del suo nome, quindi, è interpretabile con la consuetudine e con l’abitudine e, sicuramente, anche con il riaffiorare di ricordi e dell’affetto che vi ha uniti. Nulla di più: lei ha scelto due anni fa e lui ha accettato la sua decisione.
    Auguri per un futuro ricco di buone nuove esperienze!