DOMANDA
Gentile dott.ssa Rosa Angela Fabio ho trovato questo sito per puro caso le volevo chiedere un consulto un parere.
Mi chiamo katia ho 36 anni io nella mia vita ho sempre sofferto di solitudine anche avendo amici lavorando uscendo ecc è una sensazione che ho avuto da bambina una cosa che non ho mai superato. vede il mio problema vero e proprio è nato nel 2008 dopo aver subito un incidente stradale ho cominciato ad avere crisi d panico paure e stress dopo un anno cosi sono caduta in una forte dressione da premettere che sono sempre ad uscirne quasta volta era un qualcosa di piu forte cosi si sono cominciati a manifestare i primi sintomi ansie non mangiare ecc fino a quanto non ho scoperto la perdita di capelli una alopecia era agosto e da qui la crisi e cominciata una lotta senza fine. dal 2010 ho cominciato le cure per la crescita dei capelli ho consultato una psicologa dopo un anno di cure sembrava che le cosa stessero migliorando invece dopo un anno di nuovo crisi caduta di capelli e la terapia con la psicologa(ci sto andando ancora) non funzionava cosi ho consultato anche un psichiatra sono stata in cura fino a qualche mese fa ma niente un altra cura fallita ma allora che cosa c’è che non va? nel frattempo continuo la cura per i capelli ma niente con con la psicologa la stessa cosa non vedo miglioramenti. la mia domanda è la psicologa mi ha detto che è meglio chiedere le sedute e in base mi ha abbandonato come si fa a capire se un paziente sta bene se e pronto per chiudere.
RISPOSTA
Cara Katia
Come in altri casi che ho già trattato nelle risposte che ho dato in questa rubrica, anche nel suo caso una serie di eventi, alcuni traumatici (come il suo incidente) e altri di stress protratto, le hanno provocato crisi di panico, depressione, la perdita dei capelli.
Quando l’organismo affronta questo stress protratto purtroppo hanno luogo anche dei cambiamenti chimici a carico della serotonina o della dopamina.
Penso che non sia sufficiente affrontare i suoi problemi solo con l’intervento psicologico: per un periodo potrebbe esserle utile “ricaricare le batterie” con dei farmaci antidepressivi. Scelga un altro psichiatra bravo e affronti questa fase.
Poi cerchi di inserire nel suo quotidiano qualcosa che le piace veramente e che la diverte. Cerchi di prendersi delle pause e agire con “lentezza” : assaporando ad esempio un cibo, guardandosi intorno mentre cammina, etc. .
Per rispondere alla sua ultima domanda di solito i criteri di dimissione prevedono che il paziente non abbia più necessità di cure quando presenta un buon adattamento all’ambiente sociale e strutturale che lo circonda e sono diminuiti o scomparsi le sofferenze che hanno ingenerato la presa in carico.
Un caro saluto
Rosa angela fabio