Cosa si puo’ fare per artrosi lancinante?

    Pubblicato il: 5 Marzo 2012 Aggiornato il: 5 Marzo 2012

    DOMANDA

    Gentile Dottore,
    Sono molto preoccupata per mia madre, 74 anni. Soffre di artrosi dai suoi 40 anni ma oggi la situazione si e’ compromessa. Dove posso portarla (lei e’ a Roma e io a Como) e cosa si puo’ fare per alleviare i dolori e evitare il peggio?
    La ringrazio in anticipo.

    Raffaella Cardarelli

    Risonanza magnetica del rachide lombo-sacrale.

    Si documentano alterazioni spondilo-discoartrosiche di grave intensita’ che coinvolgono tutti i metameri del rachide lombare. In particolare nella sequenza coronale rilevabile curvatura sn convessa del rachide con laterolistesi sinistra di modesta entita’ di L2 rispetto ai corpi vertebrali sovra e sottostante. Il medesimo corpo vertebrale mostra segnale diffusamente alterato e riduzione dello spessore. Tutti i dischi intersomatici del rachide sono gravemente assottigliati e disidratati.
    In L1-L2 protrusione anulare posteriore con contatto della superficie anteriore del sacco durale.Associate osteofitosi marginale postero-laterale.Impegno del terzo medio-inferiore del forame di coniugazione sul versante dx. A livello L2-L3 si associano protrusione anulare posteriore ed osteofitosi marginale postero-laterale con artrosi del compartimento articolare posteriore.
    Ne derivano impronte sulla superficie anteriore del sacco durale, ridotta ampiezza dei forami, ridotta ampiezza del canale vertebrale in particolare nel diametro interpeducolare.
    Osteofitosi marginale posteriore si osserva anche a livello di L3-L4 con impronta sulla superfici

    RISPOSTA

    Cara sig.ra Cardarelli, molto difficile dare un parere solo sulla base del referto che mi ha inviato e senza un attento esame clinico. Queste situazioni degenerative sono purtroppo molto frequenti in persone avanti con gli anni e si associano di solito soprattutto nelle donne alle manifestazioni tipiche della osteoporosi come crolli vertebrali. Spesso pero’ la sintomatologia puo’ non essere pari alla gravita’ del quadro mostrato dalla risonanza: e’ quindi necessario un attento esame clinico per stabilire eventuali terapie sia mediche che fisiche. Non credo sia difficile reperire nella citta’ di Roma un bravo ortopedico che possa consigliarla per il meglio.

    Francesco Ceccarelli

    Francesco Ceccarelli

    Professore ordinario di ortopedia e traumatologia presso l’Università di Parma dove dirige anche la scuola di specializzazione. Nato a Perugia nel 1955, si è laureato in medicina nel 1980 e si è specializzato in ortopedia nel 1983 e in fisioterapia nel 1987. È autore di oltre 350 pubblicazioni scientifiche in Italia e all’estero.
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