crisi di panico durante escursioni in montagna

    Pubblicato il: 13 Maggio 2013 Aggiornato il: 13 Maggio 2013

    DOMANDA

    sono un’infermiera di 34 anni,lavoro presso l’azienda usl di Lucca. sono appasssionata di montagna sia in inverno(pratico sciescursionismo e snowboard,escursioni invernali)che in estate con trekking.so che puo’ sembrarle una richiesta assurda visto i disagi e le patologie che possono capitarle consuetudinariamente ma per me rappresenta un vero disagio che non mi permette di vivere con serenità la mia piu’ grande passione.
    tenterò di spiegarle cosa mi capita quando mi trovo in montagna ad alte quote.in realtà non è l’altitudine a crearmi fastidi. posso camminare in pendii ripidi per dislivelli anche di 1000 1500 mt, cio’ che non riesco a gestire sonole crisi di panico che mi colpiscono quando mi trovo in passaggi eccessivamente(almeno dal mio punto di vista) esposti con strapiombi DA ENTRAMBI I LATI sottolineo questo passaggio proprio perchè ho notato che non sempre il mio stato d’animo percepisce il pericolo con una sofferenza psicologica.,tenterò di spiegarmi meglio: ” ci sono alcuni passaggi durante le mie lunghe escursioni con passaggi ripidi , strapiombi e vuoti ma se questi occupano solo un lato della montagna non mi creano grosse difficoltà, piuttosto quando questa circostanza si presenta durante la fase di cammino per arrivare in cresta e quindi strapiombi da entrambe le parti, allora vado davvero in crisi ,perdità totale di controllo, battitoe respiro accellerato contrazione dei muscoli scheletrici tanto quasi da immobilizzarmi ecc .cosa posso fare in merito?

    RISPOSTA

    E’ una richiesta legittima che consente di riflettere sulla questione dei limiti che ognuno di noi ha e degli obiettivi che si pone, piuttosto che pensare soltanto ad un sintomo e quindi ad una “malattia” da curare. Perché naturalmente la vertigine da altezza è anche una fobia, cioè un sintomo che può essere incluso tra i disturbi d’ansia e che si può “curare” con le tecniche psicoterapeutiche che si usano per le fobie e per il controllo dell’ansia. Ma in ogni caso la questione è di trovare il proprio equilibrio tra la spinta a verificare e superare i propri limiti, con sacrificio, ansia e paura, e una realistica percezione di questi limiti il cui superamento costituirebbe un rischio più o meno pericoloso. Un equilibrio di basso profilo per esempio è accettare una fobia ed evitare le occasioni di confronto con la situazione ritenuta erroneamente al di fuori delle proprie capacità, ma a volte l’equilibrio è a scapito del riconoscimento dei propri limiti come nel caso di chi deve compulsivamente mettersi alla prova rischiando di esporsi oltre le proprie possibilità, come può succedere a persone che pur presentando qualche fobia, si cimentano in sport estremi, per dimostrare a sè stessi di non avere paura. Queste posizione estreme non sono esempi di un equilibrio soddisfacente. Sta a lei valutare la sua posizione, ma mi sembra si sia già orientata ad interpretare il suo disagio come una fobia da affrontare, piuttosto che un segnale del sueramento dei propri limiti.

    Renzo Rizzardo

    Renzo Rizzardo

    ESPERTO IN DISTURBI DELL’UMORE E D’ANSIA. Già professore a contratto di psichiatria all’Università di Padova. Nato a Basiliano (Udine) nel 1946, si è laureato e specializzato in psichiatria a Padova. È stato responsabile del centro di salute mentale dell’Università di Padova e coordinatore regionale per il Triveneto della Sirp (Società italiana di riabilitazione psicosociale). Si […]
    Invia una domanda