DOMANDA
Buona sera,
23 giorni fa mia suocera è stata portata in ospedale con sospetta ischemia. Aveva bocca storta, faceva fatica a parlare ed era confusa, in ambulanza ha confuso il genero per il marito.in ospedale è stata sottoposta a tac celebrale. Nel giro di qualche ora la bocca è tornata apposto, ma la confusione non passava. Dopo un EEG si sono accorti che il cervello dava delle “scosse” identificate come crisi epilettiche. è stata sottoposta a eco dopler alle carotidi, , risonanza magnetica, tac con liquido di contrasto. hanno escluso tumori ed ischemie.è stata sottoposta al prelievo di liquido celebro spinale.. da qui è iniziato il peggioramento ha iniziato ad agitarsi, al punto da rimanere sedata per 3/4 giorni. Gli esiti hanno escluso batteri e forme virali. Terminati i giorni di sedazione è parsa sempre meno presente, si limitava ad aprire gli occhi quando la si chiamava e neanche sempre, addirittura è stata definita in uno stato di pre coma, ribaltava gli occhi, non urinava più e faceva fatica a respirare. Nel giro di qualche ora però la situazione è leggermente migliorata: si girava se la chiamavo, muoveva braccia e gambe (tenendo la mano dx chiusa in un pugno) e addirittura è riuscita a dirmi “ciao”. Il giorno seguente ancora stato di pre coma.le prime cure tramite antibiotici e anti epilettici non hanno avuto risposta, è stata sottoposta a body scanner per escludere.Tutto negativo.vista la continua presenza di crisi epilettiche interne al cervello, è stata trasferita nel reparto di terapia intensiva n, dove è stata intubata e messa in coma farmacologicoA questo punto è stata sottoposta ad un controllo di tutte le vene, e al cuore passando dalla bocca. Tutto ok. In seguito è stata sottoposta ad un test su una puntura di alcuni tipi di zecca e a lavaggi del sangue. negativo. 3 giorni fa, hanno detto che queste crisi non si sono ancora calmate, che domani verrà sottoposta a tracheotomia e che verrà portata in uno stato di coma ancora più profondo tramite barbiturici. Se anche così non riescono a fermare gli attacchi epilettici ci hanno detto che non sanno più cosa fare e che se non migliora saranno costretti a svegliarla e poi si vedrà. dopo 23 giorni ancora nessuno è stato in grado di fare una diagnosi certa e tantomeno a placare queste crisi.Dobbiamo accettare il fatto che se dopo questo tentativo, la struttura ospedaliera non sia più in grado di fare niente? Dobbiamo metterci l’anima in pace senza avere una diagnosi definitiva?
grazie mille – Debora
RISPOSTA
Gentile Signora, sulla base di quanto lei ha descritto si desume che è sta fatta diagnosi di epilessia e che la causa non è sta ancora identificata. Le crisi epilettiche, che in questo caso sembrano configurare a tratti uno vero e proprio stato epilettico (stato epilettico è quando il paziente non si riprende tra una crisi e l’altra e per tale motivo viene trasferito in un reparto di terapia intensiva), possono essere scatenate da tantissime condizioni patologiche. Nel caso di sua suocera, essendo stati esclusi tumori ed ischemie cerebrali, è stato giustamente posto il sospetto che si possa trattare di una infezione. Come le ho detto prima, però, le cause possono essere tantissime, dalle malformazioni cerebrali alle malattie metaboliche, da quelle autoimmuni a quelle genetiche ed altre ancora, talora difficilissime da identificare. Un esempio è quello delle crisi epilettiche che si manifestano nelle encefaliti autoimmuni. Queste sono caratterizzate da una infiammazione al cervello causata da sostanze prodotte dall’organismo (chiamate anticorpi) contro alcune proteine dello stesso organismo e sono state definite nella loro complessità solo in anni recenti. Spesso, infatti, è difficile diagnosticarle in quanto si manifestano, oltre che con crisi epilettiche, con disturbi della memoria e disturbi comportamentali; solo degli esami molto specifici sul liquor consentono una diagnosi certa. Ho accennato a tale patologia per ribadire che talora è molto indaginoso ed impegnativo (quindi è necessario del tempo) giungere a scoprire la causa delle crisi epilettiche. Spero di esserle stato di aiuto nel comprendere fino in fondo le difficoltà che talora un quadro clinico può presentare per essere diagnosticato. Saluti e sinceri auguri per sua suocera.