crolli vertebrali

    Pubblicato il: 23 Marzo 2012 Aggiornato il: 23 Marzo 2012

    DOMANDA

    Gentile Professore, mia madre di 83 anni, ha subito circa 10 anni fa un crollo vertebrale nella zona lombare; ha fatto varie cure fino ad intraprendere Forsteo per 18 mesi; questa cura è teminata un anno fa e dalla moc è risultato un sensibile miglioramento; da osteoporosi si è passati ad osteopenia. Ora è 1 anno che prende delle bustine di ranelato di stronzio e delle pastiglie di calcio e vit. b3: lo scorso gennaio ha avuto un fortissimo dolore ad un fianco ed è rimasta immobilizzata per più di un mese: finalmente abbiamo potuto fare la risonanza dove è emersa un’altra frattura, stavolta a D4 con edema intraspongioso. Il medico che l’ha in cura dice che può succedere, ma io credo che queste bustine di Protelos non siano poi così efficaci se c’è stata una nuova frattura; il dolore è stato immenso e otretutto mia madre è stata operata di valvola aortica ed è monorene quindi per lei il diclofenac è veleno!Potrebbe darmi un suo parere su come evitare altre fratture e altri dolori? Grazie.

    RISPOSTA

    La valutazione del farmaco da utilizzare deve essere personalizzata e suggerisco di rivolgersi in un qualificato ambiente specialistico.
    Le riassumo comunque di seguito le alternative oggi disponibili, in parte già utilizzate nel caso di sua madre (Forsteo, teriparatide, analogo dell’ ormone paratiroideo umano; Protelos o Osseor, ranelato di stronzio)Oggi esistono molti farmaci efficaci nella cura dell’osteoporosi.
    I più importanti farmaci antiosteoporotici sono i bifosfonati oggi disponibili anche sotto forma di compresse da assumere solo una volta a settimana (alendronato e risedronato) o addirittura una volta al mese (ibandronato, risedronato).
    Di recente è stata introdotta la terapia con un bifosfonato (acido zoledronico) iniettabile endovena una sola volta all’anno che pare dare risultati altrettanto efficaci.
    Quando i bifosfonati vengono assunti per bocca bisogna avere delle precauzioni per evitare l’ esofagite: assumerli al mattino a digiuno aspettando almeno mezzora prima di fare colazione, ingerirli con un intero bicchiere d’ acqua e non mettersi distesi subito dopo.

    Un effetto collaterale molto raro dei bifosfonati è l’osteonecrosi della mandibola e della mascella (cioè un fenomeno di distruzione dell’osso con fenomeni di infezione) che si verifica, nella maggioranza dei casi, nei pazienti neoplastici trattati a lungo con alte dosi di bifosfonati per via endovenosa. In questi pazienti va prestata la massima attenzione in caso di estrazioni dentarie o di cure odontoiatriche maggiori.

    Un altro farmaco molto efficace è il raloxifene, una sostanza che, assunta per bocca, simula l’azione positiva degli estrogeni sull’osso senza aumentare i rischi per il seno e l’utero ed anzi proteggendoli. Si tratta infatti di una categoria di farmaci chiamati modulatori selettivi dell’ azione degli estrogeni (SERM). In genere non viene comunque utilizzato nell’ età molto avanzata.

    Relativamente di recente è stato introdotto il paratormone o il suo analogo teriparatide (frazione del paratormone umano) che, a differenza dei precedenti, agisce non tanto nel ridurre il riassorbimento quanto nel favorire la ricostruzione delll’ osso. Però, a causa del suo costo e della necessaria somministrazione per iniezioni giornaliere sottocutanee, va riservato ai casi più gravi.
    Come nel caso di sua madre, il trattamento non viene protratto oltre 18-24 mesi.

    Il ranelato di stronzio in forma di bustine da assumere per bocca tutte le sere può essere efficace perché agisce favorevolmente su ambedue gli aspetti del rimodellamento osseo. Va prescritto però con molta cautela soprattutto dopo gli 80 anni per il rischio di tromboembolismo venoso e di reazioni cutanee anche gravi.

    Ultimamente è disponibile l’anticorpo monoclonale Denosumab che associa ad una particolare efficacia la semplicità di somministrazione (una iniezione sottocute ogni 6 mesi).

    Salvatore M. Corsello

    Salvatore M. Corsello

    Professore ordinario di Endocrinologia in Unicamillus, Università Medica Internazionale di Roma e docente nell’Università Cattolica nei corsi di laurea in Medicina e Chirurgia e in Medicine and Surgery. Dal 1979 è strutturato nell’Unità di Endocrinologia del Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” – Università Cattolica – Roma. È stato Honorary Clinical Assistant presso il St. Bartholomew’s Hospital […]
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