DOMANDA
Sera prof., cortesemente: ho 61 anni e sono stato sottoposto ad una tac al cervello per delle forti vertigini UN MESE FA. Adesso dovrei fare o una colonscopia virtuale o un clisma a doppio contrasto per via di problemi al colon.
La mia domanda: e’ opportuno far passare un congruo perido di tempo per evitare eventuali pericolosi cumuli di radiazioni?
Grato per la risposta, La ossequio.
Fabio.
RISPOSTA
Egregio signor Fabio,
comprendo le sue preoccupazioni; credo debbano essere fin da subito fugate. Premetto che l’argomento è complesso. Cercherò di renderlo in sintesi.
In primo luogo non vi è dubbio che il punto focale del problema riguarda la sua salute: lei necessita di un esame radiografico del colon.
Per l’indicazione a qualsiasi indagine in medicina, quindi in generale, da sempre vale il riferimento al rapporto benefico/rischio (principio di giustificazione), che tiene conto di molti fattori inerenti alla tipologia dell’indagine stessa e delle condizioni cliniche del paziente e che diventa attuativo allorché il beneficio previsto è di gran lunga maggiore del rischio.
In particolare per gli esami radiologici, sopratutto in relazione alla radioprotezione del paziente, il principio di giustificazione è bene inquadrato sul piano clinico operativo nel DLgs 187/2000 insieme a quello d’ottimizzazione (raggiungimento dello scopo diagnostico con le dosi più basse possibili) e dei livelli di dose di riferimento .
Pertanto i suoi curanti si attendono un apporto d’informazioni diagnostiche sul colon così importante (beneficio) che il rischio da radiazioni può considerarsi poco significativo: questo è il vero motivo per cui l’esame può essere eseguito.
Per la sua domanda specifica sul “pericolo di accumulo” è da osservare che alle dosi erogate nella diagnostica per immagini i danni eventuali sui tessuti biologici sono definiti “stocastici”, vale a dire casuali e probabilistici, che non possono essere riconosciuti nell’individuo, ma che sono calcolati su una popolazione “extrapolandoli matematicamente” da danni producibili con dosi di radiazioni molto più elevate, a di là di una “dose soglia” oltre la quale compaiono.
In generale il danno stocastico è correlato alla comparsa di tumori che si manifesteranno a distanza di molti anni o a danni genetici se sono interessate le cellule della riproduzione. Per tale motivo ai bambini è riservata una particolare attenzione nella radioprotezione, sia in considerazione della lunga aspettativa di vita e del fatto sia che daranno seguito alla prole.
E’ pertanto ammesso che il “danno stocastico” su un sito sensibile di una cellula avvenga, anche per un solo fotone ionizzante che depositi la sua energia, ad esempio in un viaggio aereo a causa dai raggi cosmici (analoghi ai raggi X) o in un soggiorno abituale in case costruite con materiali contenenti Radon, e che ovviamente l’evento si verifichi con frequenza tanto maggiore quanto più importante è l’esposizione.
Concludendo, poiché lei comunque deve sottoporsi all’esame radiografico del colon le cui dosi non hanno effetti deterministici (cioè immediati e dimostrabili), è del tutto ininfluente che lei scelga che l’indagine sia effettuata in tempi più o meno ravvicinati rispetto alla TC cerebrale, dal momento che la dose è comunque la stessa e che pertanto non cambiano le probabilità di un ipotetico danno.
Cordiali saluti
Luigi Pescarini