Demofobia

    DOMANDA

    Mi chiamo Paola, ho 21 anni e sono di Palermo. Da quasi un mese la mia vita ha subito lo sconvolgimento del trasferimento: per studiare ho dovuto trasferirmi a Roma. La notte fra il 2 e il 3 novembre ho avuto un fortissimo attacco d’ansia, con tachicardia, assenza di sonno, tutto il mio corpo mi sembrava molto debole e provavo un forte senso di angoscia. Abituandomi agli spazi universitari e al mio quartiere, col passare dei giorni il malessere è diminuito, o meglio, si limita solo alle serate fuori casa, coi nuovi amici. Non so se, in un ambiente a me abituale, le cose sarebbero diverse, perchè al solo pensarci il cuore batte più forte, e sono consapevole dell’origine psicologica del mio disagio fisico, che si acuisce nel momento in cui penso alla possibilità di sentirmi male e mi rendo conto di essere in un luogo o con delle persone che non mi sono familiari. Ma la cosa mi sta creando dei problemi, non ho più voglia di uscire per paura di rovinare la serata agli altri e per paura di un attacco di panico, rifiuto gli inviti e evito anche di prender confidenza con la gente nuova, per paura che mi invitino a passare una serata fuori. In più in questi ultimi giorni sogno di trovarmi con persone estranee che si divertono, e inizialmente anche io sembro tranquilla;poi però il pensiero del malessere si fa avanti, e mi sveglio con una forte tachicardia che va poi a influenzare l’umore di tutta la mia giornata. Ho paura di rimanere sola, di non riuscire a crearmi una vita sociale qui, e, sempre per il terrore di sentirmi male, di azzerare anche la mia socialità in quei brevi periodi in cui mi troverò nella mia città con i miei amici di sempre. Devo però sottolinearle una cosa, perchè ci tengo ad essere completamente sincera: per anni ho fumato spinelli abitualmente, e dopo un attacco di panico a Palermo che ho attribuito al fumo combinato con un’esagerata dose di caffè, ho smesso con caffeina, canne, teina, e da quella notte terrificante qui a Roma, ho anche smesso di fumare. Pensavo di doverglielo dire perchè, magari, anche questi cambiamenti incidono sulla mia psiche e di conseguenza sul mio corpo. Sento ultimamente sempre di più il legame fra corpo e mente.
    La ringrazio per l’attenzione.

    RISPOSTA

    Egregia signorina,

    Avere paura dei luoghi estranei e delle persone estranee è un nostro retaggio ancestrale. E’ quindi comprensibile che ritrovarsi lontano da casa le procuri ansia, e che non voglia vedere le persone nuove. D’altro canto solo attraverso una progressiva assuefazione agli altri queste paure possono essere vinte, Sarebbe quindi il caso di sforzarsi e di tentare di incontrarsi spesso con i nuovi amici.

    I suoi attacchi di panico, invece, richiedono che lei ne parli di persona con uno psicologo che saprà come aiutarla a farglieli superare.

    Grazia Attili

    Grazia Attili

    ESPERTA IN RAPPORTI GENITORI-FIGLI E DI COPPIA. Professore ordinario di psicologia sociale all’Università La Sapienza di Roma. Insegna nei corsi di laurea di Sociologia e di Scienze e tecniche del servizio sociale del dipartimento di Scienze sociali dello stesso ateneo romano, dove dirige anche l’unità di ricerca “Attaccamento e sistemi sociali complessi”. Conduce da anni […]
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