DOMANDA
Gentilissima Dott.ssa Bellodi, le chiedo gentilmente un consulto: mia madre, 60 anni, ha iniziato una cura (diagnosi di sindrome ansiosa-depressiva reattiva) con Sereupin 20 mg al giorno per tre mesi, Samyr 5 punture al mese per tre mesi, e Frontal gocce al bisogno (in questi giorni in dosaggio doppio rispetto ad un anno fa quano iniziò ad assumerle per un attacco di panico). Ha iniziato la cura 10 giorni fa e oggi, dopo giorni di peggioramento notevole del suo umore, sta già un pò meglio. E’ la prima volta che accade, sono molto spaventata e vorrei chiederle se la cura le sembra appropiata nelle dosi e nella tempistica (bastano 3 mesi?) e se le medicine che prende potranno crearle dipendenza. Sarà semplice smetterne l’assunzione? Una volta guarita, sebbene i problemi che probabilmente hanno scatenato la crisi non cesseranno di esistere (cosa forse necessaria perchè non ci sino ricadute?), si potrà considerare indenne da altre ricadute e guarita deifinitivamente? E ultima cosa, mi perdoni: come possiamo aiutarla noi che le stiamo vicino?
Grazie mille per ogni suo consiglio. Cordiali saluti
RISPOSTA
dalla diagnosi sembra di poter dedurre la presenza di fattori ambientali che hanno scatenato la condizione della sua mamma: se così è i farmaci ansiolitici e antidepressivi che assume in dosi che genericamente si possono dire appropriate (per una valutazione individualizzata bisognerebbe sapere quali sono le condizioni di salute generali della mamma, se prende altri farmaci, da quali altre patologie somatiche sia affetta, et.) la potranno aiutare ad affrontare nelle migliori condizione questi fatti o circostanze. ma è evidente che se la natura di questi problemi è tale che non si possano risolvere nel breve intervallo di tre mesi, anche il trattamento potrebbe essere prolungat.
Quanto al fatto di essere completamente guarita, dipende quale significato si qttribuisce alla parola guarigione (nemmeno per il raffreddore, una volta guarito, si sarà la garanzia che non ricapiti…) lo stesso vale per una persona che ha dimostrato una certa fragilità in circostanze che rappresentano un elemento di stress non gestibile in modo fisiologico. Come aiutarla? anche questo dipende dalle circostanze, ma in generale con una vicinanza che non sia fatta tanto di parole quanto di fatti, cioè un aiuto pratico e operativo che la faccia sentire non sola ad affrontare il problema