DOMANDA
Buongiorno. Sono stato in cura per depressione per 4 anni. Da due anni sto abbastanza bene (a parte sempre stanchezza). A settembre 2014 ho smesso di prendere farmaci A Natale sentivo un abbassamento dell’umore e mi svegliavo al mattino circa 2 ore prima con un po di ansia. Tornai immediatamente dallo psichiatra che mi prescrisse il Protiaden alla sera e xanax al mattino. La situazione migliorò subito, ma accusavo comunque sempre stanchezza, tant’è che lo psichiatra mi convinse a fare la polisonnigrafia dalla quale emersero 49 apnee all’ora. Tale esito sembrò quasi un sollievo, in quanto forse avevo trovato il perché di tanta stanchezza. Ho iniziato da quasi 15 giorni ad usare il Cpap, ma non vedo beneficio. Le mie aspettative sulla Cpap forse erano troppo alte. Sta di fatto che in questi giorni, per vedere se la stanchezza era dovuta ai farmaci che prendevo, e per vedere se il Cpap mi dava dei benefici, ho smesso di prendere il Protiaden e Xanax, riprendendo il Sulamid che mi aveva comunque dato benefici. Ora mi risveglio alle 5,30 anziché le 7 e sono ovviamente ansioso. Ho durante il giorno una sensazione strana che non riesco a descrivere (preoccupazione, leggera ansia, gambe molli, e paura di tornare in depressione). Credo che sono in un circolo vizioso: non avere piu apnee notturne dovrebbe farmi sentire meno stanco, ma lo sono perché sono depresso. Come faccio a verificare l’efficacia della Cpap se prendo farmaci che sedano (Protiaden e Xanax) ? Grazie anticipatamente
RISPOSTA
La stanchezza è un sintomo difficile da inquadrare perché ha molte cause e può determinare un circolo vizioso che coinvolge l’umore, l’ansia, l’irritabilità ecc. Non conosco le ragioni della sua depressione e i fattori che possono mantenerla; da quello che lei scrive comunque possiamo pensare che le apnee notturne siano un parte del problema. Utilizzare un mezzo che migliora la respirazione notturna quindi è comunque utile e l’uso dei farmaci può essere indispensabile, anche se non possiamo determinare quale sia il contributo specifico di ciascuno di questi mezzi. Spetta al suo psichiatra, che immagino conosca bene la sua situazione, valutare quali altri mezzi possano aiutarla, come per esempio un sostegno psicologico.