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    DOMANDA

    Gentilissima dottoressa,
    ho 36anni e da circa 10anni soffro di acne escoriata al viso.Sono stata da vari dermatologi che mi hanno detto che le cure sarebbero state vane se non smettevo di massacrarmi la pelle e che il mio era più un problema psicologico.Sono andata per 3mesi da un bravissimo psicologo che mi ha motivato un pò e per qualche mese è andata meglio la mia acne,anche perchè era estate e,in questa stagione, sto molto meglio sia a livello di pelle che dal punto di vista psicologico.
    Sono una perfezionista e quando vedo la mia pelle in uno stato pietoso,mi accanisco ancora di più su di lei fino a creare delle mega croste sul viso.Tra l’altro,al lavoro sono a contatto con la gente e non Le dico la vergogna che provo quando ho dei crateri sul viso coperti da strati di fondotinta…vorrei sparire!! Il problema è che lo stato della mia pelle condiziona molto il mio umore e le mie giornate:evito appuntamenti e non esco con gli amici per non sentirmi in imbaazzo. So che dovrei fregarmene un pò e che nessuno è perfetto,a volte riesco a trattenermi dal creare disastri,altri giorni sono nervosa per qualche motivo e mi accanisco sulla mia pelle,uscendo sempre più sconfitta da questa mia battaglia e con un’autostima sotto i piedi!
    Come posso fare ad avere quall’imput che mi dia la forza di smettere?vorrei riprendere il controllo della mia vita e rispettare me stessa.A volte mi sembra di impazzire!
    La saluto cordialmente e La ringrazio per una Sua cortese risposta.

    RISPOSTA

    Qualche anno fa degli studiosi hanno sviluppato un paradigma dal titolo ‘non pensare all’orso bianco’ e scoperto che più si dice ‘non pensare a.’ più una persona pensa a ciò a cui non dovrebbe pensare.Mi pare che a lei capiti la stessa cosa… più dice a se stessa ‘non devo grattarmi’ più pensa a ciò che non dovrebbe fare più le viene da farlo..E’ così ?
    Una alternativa, sul piano comportamentale, consiste nell’adottare il paradigma ‘if . then.’ cioè ‘se .allora.’.. ‘se mi viene l’impulso a grattarmi allora …’ metta nei puntini un’altra attività, piacevole, manuale.. Se la scelga lei.. Al posto suo mi direi ‘mi accarezzo la mano’ oppure ‘prendo un fazzoletto e mi soffio il naso’ o ‘mi sistemo bene il foulard sulle spalle’.. Che sia una attività sua, in cui si sente bene e fortemente memorizzata: ‘ogni volta (IF) che avverto l’impulso a grattarmi (THEN) mi accarezzo la mano sinistra con la destra’ (o l’attività che avrà scelto).
    Questa ‘strategia’ le consentirà di ridurre i sintomi e le loro conseguenze (presentarsi in pubblico. uscire con gli amici.), ma evidentemente non andrà ad incidere sulle cause.
    La incoraggio, una volta che si sentirà meglio, si vedrà meglio allo specchio, a ‘incontrare se stessa’.
    Chi è ? Chi vorrebbe essere ? Quale ‘pelle’ vorrebbe cambiare ?
    Non tema le emozioni negative. Sempre ci sono parti di noi che amiamo meno. Accettarsi implica accogliere l’intera propria persona con i momenti di gloria e le difficoltà, con le capacità e gli insuccessi, con le soddisfazioni e le delusioni.. E’ comunque bello ‘coccolarsi’, ‘amarsi’, ‘accarezzarsi’ non perché tutto va come vorremmo, ma perché ci siamo.
    Prenda quindi contatto con sé, con tutta se stessa e sorrida anche sopra alle asperità: ciò che non è, non può, non è stato. Quando riempie un bicchiere a metà può dissetarsi con l’acqua che c’è, non con quella che manca.. Può gioire di tutto ciò che è e può, di quel presente che le appartiene e di quel pezzetto di felicità che è riservata ad ognuno e che nessuno le potrà mai portare via.
    Se mi viene da grattarmi il viso, mi accarezzo la mano.. Se mi viene da vergognarmi richiamo un fatto in cui mi sono sentita bene e mi nutro di soddisfazione, bellezza, gratitudine.. Se vorrei scomparire esco per incontrare qualcuno . se ho paura di incontrare me stessa mi chiudo nel silenzio e mi ascolto [cerchi un posto che sia suo, . una panchina lungo un percorso vita, una scalinata, un posto in una stanza, un ambiente in cui si sente libera, capace di amarsi.dove sa di non essere disturbata e in cui può sostare quanto a lungo vorrà]..
    … e se le cose non andassero come avrei creduto e voluto accoglierò con sorpresa e meraviglia la vita che è, che mi appartiene, all’interno della quale posso costruire, ogni giorno, la mia felicità.