Diagnosi incerta

    DOMANDA

    Salve dottore,

    sono una donna di 32 anni.

    A 29 ho iniziato ad avere dei fortissimi dolori simili a crampi alla parte interna dell’arco plantare sx. Il dolore si è poi trasformato in un dolore acuto e urente all’intera arcata ed è diventato bilaterale, dopo circa 1mese dall’esordio. Il dolore è diventato insopportabile (tanto da ridurmi su una sedia a rotelle per più di due mesi) e senza sosta, e sono cominciati movimenti involontari degli arti inferiori, nello specifico movimenti di estensione delle dita di entrambi i piedi. Il dolore (neuropatico, si crede) è stato trattato con gabapentin fino a 500×3 die, che ha considerevolmente migliorato la situazione. Ho tuttavia continuato ad avere invalidanti dolori muscolari e tendinei e una iperalgia per i successivi anni, in lentissima continua remissione. Oggi restano ancora i movimenti involontari e l’impossibilità di portare scarpe chiuse, oltre la necessità di tenere i piedi sempre appoggiati contro qualcosa, anche da sdraiata (se li lascio “a pendolare” partono sensazioni di fascicolazione e poi dolore lancinante alle inserzioni tendinee del tibiale posteriore.)

    Gli esami fatti durante questi anni sono risultati tutti negativi (risonanza con contasto dell’intera colonna, rx arti inferiori, elettroneurografie, EEG) tranne l’esame del sangue che ha evidenziato una riattivazione del virus dello zoster. È stata quindi diagnosticata una non meglio specificata sindrome post erpetica da riattivazione dello herpes zoster, ma nessuno mi è sembrato molto convinto di tale diagnosi, ne’ tantomeno nessuno ha preso in carico la mia situazione: gli specialisti che ho sentito mi hanno semplicemente riferito che la mancanza di conoscenza di ulteriori casi con stessa sintomatologia rendeva complicate diagnosi, prognosi e terapia eziologica (poiché nel caso dello zoster, essendo passato più di un anno e mezzo dall’esordio al momento della diagnosi, non si sarebbe potuto ricorrere agli antivirali, e nessuno se la sentiva di prescrivere l’interferone per una costellazione di sintomi in remissione e per i quali la diagnosi era per una buona percentuale per esclusione o ex ad iuvantibus.)

    Vorrei sapere se esiste una qualche malattia rara con queste caratteristiche. Non so se l’algodistrofia c’entra qualcosa, sono andata per assonanza nome-sintomi. O altrimenti, se ha idea di altre patologie rare che abbiamo questa costellazione di sintomi.

    Vorrei davvero velocizzare questa remissione, dato che tra qualche mese sono 4 anni dall’esordio.

    La ringrazio della cortese pazienza.

    Saluti

    Giordana

    RISPOSTA

    Gentile sig.ra Giordana,

    sulla base della vicenda clinica che mi ha descritto, non ho elementi per ritenere che possa in passato aver sofferto di algodistrofia.

    Per lo stesso motivo le confesso le mie difficoltà ad inserire i suoi disturbi in un ambito di mia pertinenza, anche se la diagnosi di nevralgia post-erpetica lascia anche me delle perplessità.

    Cordialità.

    MVarenna

    Massimo Varenna

    Massimo Varenna

    ESPERTO IN ALGODISTROFIA. Responsabile del centro per la diagnosi e il trattamento delle patologie osteometaboliche dell’istituto Gaetano Pini di Milano. Nato a Varallo (Vercelli) nel 1959, si è laureato in medicina all’Università di Milano nel 1984 e si è specializzato in reumatologia nel 1988. È professore a contratto presso la scuola di specializzazione in ortopedia […]
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