diciannovenne in fuga

    Pubblicato il: 12 Novembre 2010 Aggiornato il: 12 Novembre 2010

    DOMANDA

    Caro dottore, sono una madre di 45 anni con un figlia quasi di 20 che circa 2 anni fa ha iniziato a dire che la limitavamo (io e il padre) nelle sue scelte(ha sempre fatto tutte le attività ricreative che chiedeva senza continuità). A casa si isolava nella sua camera davanti al PC chattava e pensava alla musica,anche se le chiedevo di fare ordine, mi ignorava.Diceva che l’università l’avrebbe fatta in altra città per fuggire da noi, ma la cosa è sfumata per vari motivi. Nel frattempo ha conosciuto un coetaneo che lavora e abita da solo dopo, 2 mesi ha detto che non poteva fare a meno di lui e che sarebbe andata a conviverci. Siamo riusciti a dissuaderla ma dopo un ennesimo litigio, ci ha detto che non sarebbe più tornata perchè non la capiamo e questo lo sappiamo perchè l’abbiamo chiamata noi al telefono. Se le concediamo un dito prende tutto il braccio, se neghiamo dice che la soffochiamo, si crea un mondo di false verità in cui vive, scoperta nega dando goffe giustificazioni

    RISPOSTA

    Cara Signora, una situazione di conflitto nell’adolescenza è abbastanza comune e spesso transita attraverso periodi di aperta ostilità e/o di forte insoddisfazione nei confronti del nucleo familiare. Mi sembra che si tratti di una sorta di “eccesso di volontà di autonomia” da parte di sua figlia, ma tale “eccesso”, per capirlo, andrebbe contestualizzato e considerato nella dinamica genitori-figlia (da quanto dice, sembra essere figlia unica). Sicuramente i litigi, in questo momento, non fanno altro che spingere sua figlia “fuori”. E’ possibile che il coetaneo che ha trovato sia da vedere solo come una momentanea “ancora di salvataggio”. Direi che si dovrebbe cercare di “cambiare il gioco giocato” fino ad ora – la figlia che provoca, e i genitori che reagiscono alla provocazione bloccando e vietando, oppure inquietandosi perché non c’è misura nel prendere ciò che viene offerto -. E’ necessario rompere gli schemi ripetitivi. Lo so che si tratta di un difficile equilibrio ma, in linea generale, è solo con l’ascolto e la comprensione da parte dei genitori che sua figlia potrà permettersi di vivere bene a casa propria. Sull’elemento dell’isolamento in casa, davanti al pc, chat e musica non posso dire nulla perché – posto così – può avere i più diversi significati. Cordialmente

    Andrea Castiello Dantonio

    Andrea Castiello Dantonio

    PSICOLOGO E PSICOTERAPEUTA. Professore di psicologia del lavoro e delle organizzazioni presso l’Università Europea di Roma, è nato a Roma nel 1954, si è laureato in psicologia con lode. Psicologo e psicoterapeuta, si occupa di psicologia clinica, psicoanalisi, psicologia del lavoro e psicologia giuridica. È consulente tecnico d’ufficio del Tribunale di Roma. Curatore della collana […]
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