DOMANDA
Gentile professore,
Ho 39 anni, e sono reduce (da 8 mesi) di un isterectomia con conservazione ovaie e linfadenectomia per adenocarcinoma cervice (6 mm),esito linfonodi negativo. I medici mi dicono che sono guarita, ma la paura è tanta.Vorrei seguire un’alimentazione, ho letto tantissimi libri sul argomento ma vedo che tra i nutrizionisti i pareri sono discordanti.Faccio sport e ho ridotto le calorie, ma sono ancora incerta se rinunciare alla carne o no anche perchè ho l’emocromo un po’ sballato:
leucociti 4,9 (4,5-11), eritrociti 3,89(3.90-5.30), emoglobina 13 (11,5-16,1), ematocrito 39 (34-45), MCV 100 (80-96), MCH 34 (24-35), MCHC 34, RDW 13,1 (11, 4-14,5), B piastrine 221. Nel conteggio leucociti l’unico valore sballato sono i monociti 0,19 (0,23-0,96), quindi lieve macrocitosi.Cosa mi consiglia? Grazie. Simona.
RISPOSTA
Cara Simona, in effetti c’è parecchia confusione in merito, anche perché troppo spesso si dà una certa enfasi a questo o quello, dimenticandoci poi della totalità della dieta. Non c’è ragione per rinunciare alla carne, purché non ne faccia un consumo eccessivo, come quello cui è oggi abituato il mondo occidentale. Gli studi epidemiologici più recenti dimostrano che persone che eliminano la carne hanno gli stessi rischi di ammalarsi di chi consuma carne, purché ripeto non in quantità eccessive. L’alimentazione mediterranea, basata sui prodotti vegetali, ma con piccole e poco frequenti porzioni di alimenti di origine animale è al momento l’alimentazione migliore per la prevenzione delle principali patologie del nostro tempo, senza rinunce ma senza esagerazioni.
D’altra parte non deve cadere nell’errore contrario: non c’è solo la carne per migliorare lo stato di nutrizione del ferro, che può migliore anche in assenza di carne. In conclusione, se le piace consumi pure la carne purché nell’ordine di 3-4 etti a settimana e quasi esclusivamente bianca. Se non ne sente il bisogno, non stia a forzarsi solo per il ferro, anche perché ha un quadro ematologico di tutto rispetto.