DOMANDA
Buonasera. Sono una ragazza di 23 anni. Da gennaio a luglio 2017 ho effettuato un periodo di studio in argentina e durante la permanenza ho avuto quella che sembrerebbe essere una intossicazione alimentare. Ho assunto degli antibiotici intestinali e il problema sembrava sparito. L’intossicazione però è stata seguita da altri episodi di difficoltà a digerire e malessere allo stomato.
Tuttavia, tornata in Italia ho continuato ad avere problemi di digestione (gonfiore addominale, senso di pesantezza che a volte pesava sulla respirazione, senso di sazietà frequente e mancanza di appetito). Ho effettuato delle analisi del sangue per individuare eventuali intolleranze nel settembre del 2017 e dai risultati sarei intollerante a numerosi alimenti (patate, lievito, riso, aceto, funghi, pepe, insaccati). Ho effettuato il periodo di astinenza consigliato, ma le intolleranze non sono passate e sono presenti tuttora. Inoltre nell’ultimo periodo la mia capacità di digerire mi sembra essere peggiorata: ho lo stomaco spesso notevolmente gonfio e dolorante al tatto, anche quando non mangio cibi a cui sono risultata intollerante. È diventato motivo di disagio e mi trovo a non sapere cosa mangiare per avere una digestione regolare. Inoltre non ho problemi di stitichezza o diarrea, solamente notevole gonfiore perenne con dolore al tatto, anche nella parte superiore dello stomaco, seppur non gonfia. Questo mi ha fatto dubitare del fatto che il problema siano le intolleranze, e che si possa trattare in generale di un mal funzionamento del mio apparato digerente di alcun tipo.
RISPOSTA
Premesso che i test per le intolleranze quasi sempre non hanno valore scientifico e che l’Argentina è un paese affidabile sul piano sanitario E’difficile dire che quello che lei chiama “intossicazione alimentare” che non viene ben definita e l’uso di antibiotici abbia correlazione con i suoi sintomi attuali che costituiscono una dispepsia motoria cioè una difficoltà a svuotare lo stomaco. Con una attenta anamnesi va verificato il suo stile di vita e le sue abitudini alimentari ( a volte basta masticare adeguatamente per stare meglio!). Solitamente sono efficaci i procinetici quali il domperidone e la levosulpiride. Può essere utile esguire i test di funzionalità tiroidea. Ovviamente quanto le scrivo non la esula ad esguire una visita specialistica per verificare la necessità di ulteriori esami.