DOMANDA
Salve. Ho 23 anni e sono uno studente. Il mio probl è la difficoltà che ho nel tenere un rapporto con alcuni familiari. Mi spiego meglio. Alcuni fratelli di mia mamma e loro figli sono delle pers con le quali ho in comune quasi niente. A mio avviso, loro, sono un pò troppo superficiali, invidiosi e buffoni. La cosa che mi irrita di più, poi, è che stanno sempre a giudicare spudoratamente chiunque conoscano. Ciò mi pesa ancora di più in quanto abitano nel mio stesso condominio (familiare). Io sono una pers tranqui, seria, e abbast riflessiva. Ultimamente, ad una cena, mi è successo di essere preso in giro da un mio zio davanti a tutta la famiglia materna. Questa volta, come in tante circostanze, in cui sono stato mira di buffonate e sfottò sulle mie capacità di saper fare delle cose e sul mio modo attento di mangiare, ho taciuto. Sarà che sto crescendo che mi sto scocciando sempre di più ad essere giudicato in pubblico e a subire delle considerazioni assurde e ridicole. Mia madre mi dice che non me la devo prendere perchè sono solo dei modi di scherzare e che sono io a non saperci farci una risata sù. Mio padre mi dice che purtr loro sono fatti così. Lui a loro li tiene un pò sempre alla larga, anche per discuss passate. In questo periodo mi dico: ecco perchè papà non ha mai avuto a che fare con loro e non li prende mai più di tanto in consideraz… avrà capito che non sono pers da frequentare… come faccio a sopportarli? Adesso che dovrei studiare non riesco a concentrarmi.
RISPOSTA
carissimo,
prenderei in considerazione due aspetti: 1) come ti senti; 2) come si atteggiano nei tuoi confronti. Decisamente scarterei pensieri del tipo a) sono fatti così, non cambieranno mai e b) meglio subire e tacere.
Partirei costruendo, cioè dai punti 1) e 2), e poi demolendo attraverso i punti a e b.
Come ti senti è fondamentale. Intanto lo può chiarire bene con te stesso, poi dovresti renderlo palese con frasi del tipo ‘Quando mi dici così [specifica bene cosa ti ferisce] o mi tratti colà [di nuovo sii specifico] io mi sento …. [metti nei puntini ‘svilito’, ‘deriso’, ‘triste’, ‘arrabbiato’…. o qualunque altra cosa corrisponda a verità…]. Loro potranno tacere e magari pensarci successivamente o controbattere… Ti incoraggio a rispondere sempre in prima persona….. dirai ‘io mi sento…’, ‘io provo…’ o simili frasi ed eviterai accuratamente ‘voi siete…’, ‘voi mi trattate…’…. Puoi anche dire ‘io mi sento giudicato, deriso…. e sto male’, ma non ‘voi mi giudicate e deridete…’ metti la tua persona al centro del discorso e non nascondere le tue emozioni e le ferite da cui esse derivano.
Il punto 2) viene di conseguenza… Non possono eludere le tue espressioni…qualcosa deve accadere…. In questa prima fase preoccupati di non essere tu il bersaglio delle loro satire, del ‘passatempo’ che coltivano…. Poi, tutelato te stesso, potrai forse fare loro intravvedere modalità alternative per trascorrere una serata con i familiari…. In questo costruire rispetto e benedizioni, anziché giudizio e derisioni, ti può aiutare lo smantellare i punti a) e b).
Le persone sono fatte per cambiare. Non sono entità statiche. Sono in crescita. …. ed è in crescita anche questo pensiero ‘incrementale’… che si può sempre cambiare e migliorare è una convinzione in cui ognuno crede in parte e con la quale interpretiamo e costruiamo la nostra realtà….
Non sentirti obbligato a ‘riderci su’… Se ti fanno soffrire dillo…. Non cammuffare tristezza e rabbia con gioia… è una falsità emotiva, una costrizione che fa male a te e non aiuta loro a cambiare… smantella quindi il punto b) e alla prima occasione palesa il tuo sentire affinché tu possa affermarti e anche loro cambiare atteggiamento…
Non pensare che possa bastare una o due volte…. servirà del tempo… ti incoraggio quindi a cominciare quanto prima….
Incontra te stesso e incontra loro, attraverso un dialogo che sia emotivo e di crescita, per te e per tutti.