difficoltà di linguaggio di un bambino di 3 anni

    Pubblicato il: 30 Maggio 2013 Aggiornato il: 30 Maggio 2013

    DOMANDA

    G.ma dott.ssa,

    ho un bambino di 3 anni e mezzo che frequenta il 1°anno di scuola materna.
    Rispetto ai suoi coetanei ha qualche difetto fonologico nel linguaggio.
    Da qualche settimana ha iniziato a balbettare.
    Sono molto preoccupata.
    E’ una balbuzie fisiologica? Come posso aiutarlo a fargliela passare?

    Grazie
    Cordiali saluti
    Alessandra

    RISPOSTA

    Cara signora,
    E’ importante osservare bene i difetti fonologici che suo figlio presenta i questo momento, potrebbero essere frutto di difficoltà nel linguaggio espressivo che poi si traducono in una difficoltà più generale e quindi anche nella balbuzie, che in questo caso potrebbe avere una base più psicologica.
    In ogni caso la sua osservazione serve per decidere se è il caso di approfondire la valutazione di questi difetti con un logopedista ed eventualmente fare un ciclo di logopedia. In una bella risposta data sul sito quimamme ho trovato queste poche righe che le riporto:

    Fino ai 6 anni il disturbo è facilmente correggibile: è sufficiente mettere in pratica una serie di accorgimenti che gli esperti del linguaggio hanno definito per affrontare questo problema. Eccoli.

    1. Per prima cosa è fondamentale che in casa vi sia un clima di calma e rilassatezza. Se il bambino va sgridato bisogna cercare di non urlare, ma di spiegargli quello che si desidera da lui con tranquillità, trovando il modo di comunicargli che gli si vuole bene anche quando il suo comportamento non è corretto.
    2. È importante, inoltre, trovare occasioni per giocare insieme, parlandogli e facendolo parlare nel corso del gioco, quando è più rilassato.
    3. Una particolare attenzione va data alla velocità con cui parla il bambino. I balbuzienti, infatti, tendono a pronunciare la prima parola di una frase a una velocità circa tre volte e mezzo superiore alla norma. Per sottolineare quanto sia importante parlare in modo rilassato si può scegliere un luogo della casa (può essere semplicemente una determinata poltrona o sedia) e decidere di chiamarla, d’accordo con il bambino, ‘la tana del parlare tranquillo’. Verrà usata tutte le volte che il bambino è troppo veloce nel parlare oppure quando si voglia parlare con lui in maniera rilassata, per raccontargli una favola o rivedere insieme i fatti del giorno.
    4. Nel corso della giornata si consiglia di utilizzare come sottofondo musiche rilassanti. La musica è un potente mezzo di terapia: aiuta il rilassamento e regola il respiro facilitando l’articolazione delle parole.
    5. È anche importante far cantare il bambino. In questo caso vale il detto popolare secondo il quale ‘cantando non si balbetta mai’.
    6. Il bambino che balbetta non va corretto, non va aiutato a terminare una parola né va prevenuto completando la frase che sta dicendo. Questi sono errori che si fanno spesso, spinti dalle migliori intenzioni: in realtà provocano nel piccolo l’impressione che non si abbia fiducia in lui e, come conseguenza, hanno l’effetto di aumentare la sua ansia. Deve avere, invece, la sensazione che genitori, parenti e amici lo accettino così com’è, anzi che facciano il tifo per lui e non siano infastiditi dal suo difetto. Va perciò incoraggiato a esprimersi utilizzando tutto il tempo di cui ha bisogno.
    7. Appena il bambino è in grado di farlo, è importante spingerlo a praticare uno sport, possibilmente di squadra. È un’occasione per lui di esprimere la sua naturale aggressività senza degenerare nella violenza. Comunicare significa imporre la propria attenzione sugli altri e per farlo bisogna usare una certa dose di aggressività. Chi balbetta manca di questa forza e nello sport trova un modo per conquistarla.

    Gli atteggiamenti da evitare

    . Non sgridatelo per il fatto che balbetta: la balbuzie è del tutto involontaria ed è impossibile controllarla. Anzi, più si richiede di parlare speditamente più si aumenta lo stress e la tensione del bambino, con l’unico risultato di peggiorare ancor più la situazione.
    . Non affrontatelo di petto: non chiedetegli “Perché balbetti?” o “Perché non parli come tutti gli altri?”. Sono domande alle quali non può dare una risposta e che aumentano la tensione che è all’origine del problema.
    . Non prendetelo in giro, né fategli il verso: all’origine della balbuzie spesso c’è una scarsa fiducia nelle proprie capacità. Quindi non prendete mai in giro il bambino né permettete che lo facciano altri. I bambini non devono mai pensare che qualcosa nel loro corpo o nei loro movimenti faccia ridere gli altri. Non sarebbe utile per l’immagine positiva di sé che si devono costruire.
    . Non date interpretazioni della balbuzie: frasi come “Balbetti perché sei stanco” oppure “Tartagli perché hai paura di essere interrogato” aumentano la tensione del bambino e aggravano la situazione.
    . Non chiedetegli di parlare nei momenti di tensione: il bambino balbetterebbe ancora di più rafforzandosi nell’idea di non essere capace di parlare come gli altri e si creerebbe un circolo vizioso.
    . Qualora dovesse avere dei problemi con i compagni o i fratelli, è bene cominciare a ‘raccontare’ il suo stato d’animo facendogli capire che lo si comprende senza giudicarlo. Per esempio: “Sei arrabbiato con tuo fratello perché non ti fa entrare nella sua stanza?”. Sentendosi capito, la tensione calerà e potrà parlare più facilmente del problema.

    aggiungerei una cosa: fornite sempre un modello corretto di linguaggio, non imitate le sue parole con i difetti fonetici, ma ripetete la parola dicendola correttamente, senza chiedere a lui di ripeterla, e cosa importante nel caso della balbuzie, cercate di parlare con ritmo più lento e rilassato, non accelerate, prendetevi le vostre pause mentre parlate con il bambino.