DOMANDA
Buonasera,lavoro in un grande ente pubblico come amministrativa,uso quasi tutto il giorno il video,non c’è il medico previsto dalla 626.Credo essere oggetto di mobbing verticale e che il mio direttore mi abbia dato un carico di lavoro eccessivo, il motivo non lo so.Le mie spiegazioni sono: che avvantaggia “chi se lo liscia”, mi è stato detto di fare così da collega che lo ha avuto prima di me, ma non rientra nel mio carattere.Lui non conosce il lavoro,sbaglia a smistare la posta,ho parlato con il Direttore,suo superiore,mi ha detto che gli parlerà,però c’è da poco e non sa che è stato già trasferito 2 volte,ufficialmente per necessità,secondo voci per molestie sessuali.Io me ne sto sempre seduta al mio posto a lavorare come una matta,pur di far numeri non faccio la pignola e non faccio pause anche se sto al video.Sono stata oggetto anche di mobbing orizzontale,hanno detto cose non vere e sono stata diffamata allo sportello con pubblico, qualcuno ha cercato di riavvicinarsi,non mi fido.
RISPOSTA
Gentile Signora, cerco di organizzare ciò che lei espone nei punti che mi sembrano più rilevanti. Il primo fatto è che lei lavora al videoterminale e quindi ha diritto alle pause previste dalla legge. E’ vero che nel mondo del lavoro molte norme – soprattutto relative alla salute – sono spesso non osservate, ma questo fa parte della generale non-cultura organizzativa che abbiamo in Italia. Gli altri colleghi fanno le pause? Se si, a maggior ragione, le faccia anche lei. Se no, lei è sicura che non farle la possa in qualche modo avvantaggiare o porre al riparo da “pericoli”? Oppure è solo una fatica in più che non serve a nulla.
Secondo aspetto. Le voci sul lavoro. Le sconsiglio di dare retta alle voci, e comunque certamente di non portarle a giustificazione di qualunque cosa verso terzi.
Terzo aspetto. Salute e sicurezza. Soprattutto in un grande ente pubblico, la 626, le analisi del lavoro stress-correlato (anche queste obbligatorie per legge), e così via, dovrebbero essere diritti ben garantiti! Le OOSS non vigilano su queste cose? Provi ad informarsi all’interno della sua organizzazione.
Quarto aspetto. Ha fatto bene a parlarne con il capo del suo capo. E in generale fa bene a non rimanere isolata, a non isolarsi, a cercare confronti con altri, e anche a discutere con il suo diretto capo. La questione del carico di lavoro, ad esempio, va discussa con lui.
Quinto aspetto. Il mobbing. Questo è un terreno scivoloso. Dare soltanto troppo lavoro da fare non può essere considerato mobbing. Però, certamente, è consigliabile parlare di queste cose, difendere il proprio punto di vista, e così via. Mantenendo, giustamente, la propria professionalità, senza cedere a comportamenti collusivi, come lei correttamente fa. Le consiglierei però di mantenere aperta la comunicazione con il suo capo, facendogli anche capire quanto lavoro è costretta a fare – se lui non conosce il lavoro, è possibile che nemmeno se ne renda conto -. Sul mobbing orizzontale, anche qui, sarebbe necessario distinguere. Una cosa sono le voci non vere – calunniose, oppure no? – altra è la diffamazione – che può essere oggetto di azioni concrete – altra ancora è la maleducazione dei colleghi o la rivalità, antipatia, eccetera. Quello che lei descrive in sintesi da parte di colleghi non mi pare sia avvicinabile al mobbing orizzontale, che prevede almeno un’azione prolungata nel tempo, di gruppo e violenta psicologicamente. Comunque cerchi di non isolarsi e di condividere queste difficoltà che lei prova – e che quindi per lei sono sicuramente vere! – con qualche collega fidato, e con familiari e conoscenti al di fuori del lavoro. Cordiali saluti ed auguri di buon 2011.