Dipendenza cronica da farmaci

    Pubblicato il: 23 Novembre 2016 Aggiornato il: 23 Novembre 2016

    DOMANDA

    Buongiorno professore.
    Brevemente le spiego cosa mi è successo. Dopo il mio terzo figlio ho avuto gravi problemi a dormire ed il medico mi ha consigliato lo Stillnox. Ne prendevo uno alla sera, ora sono arrivata a quattro ogni volta che mi sveglio sia la notte che il giorno perché sto sempre in casa e non ho voglia di uscire o vedere gente, anzi la cosa mi mette panico. 8 anni fa mio marito è morto in modo molto tragico sulla strada lasciandomi con tre figli ed un mucchio di debiti. Nel frsttempo altri traumi gravi sono venuti a sconvolgermi da lutti a furti ed altro.
    Il medico dal primo giorno mi ha messo sotto Xanax perchè dovevo mandare avanti un negozio e la famiglia,da sola. Ne prendevo una al giorno allora, ora non le conto neanche più.
    La psichiatra mi ha segnato dei neurolettici che mi davano effetti terribili come lei ben saprà tra cui non riuscire a respirare,secchezza delle fauci ,perdita del controllo mentale,sonno abnorme e non ultimo aumento della prolattina. Ho smesso e ho continuato con i farmaci di cui prima Xanax e Stillnox. Il malessere che provo ,ne sono cosciente è psichico perché non ho altre patologie psichiatriche. Il problema è che mi sento stanca e sì , anche di vivere così. Non pretendo che lei risolva il mio problema con una risposta al volo. Volevo solo sapere che linea mi consiglia di seguire. Non so nemmeno se servirebbe smettere con i farmaci sinceramente.
    Il problema è il male di vivere, l,’esaurimento ormai cronico di cui soffro. Ho 49 anni ed ho pensato anche di sottopormi all’elettroshock.
    Mi sento disperata ancora di più perché il bambino ha 13 anni e non si merita una madre che sta a letto 24 su 24. Mi dia un’opinione la prego.
    Me la farò bastare e la ringrazio vivamente x la pazienza e la disponibilità che vorrà accordarsi.

    RISPOSTA

    Gentile signora, lei stessa è cosciente che non può aspettarsi da quello che le dirò la soluzione dei suoi problemi. Dunque posso semplicemente mettere l’accento su qualche punto importante che posso dedurre dal suo scritto. In primo luogo è evidente che lei ha bisogno di un sostegno psicologico assiduo; inoltre non risulta che lei stia assumendo farmaci antidepressivi che potrebbero aiutarla più degli ansiolitici che assume; su questo deve seguire il consiglio di uno psichiatra che possa conoscere direttamente i suoi bisogni; in terzo luogo mi pare che lei manchi di qualche forma di sostegno sociale o quanto meno non ne fa cenno. Anche questo è un bisogno che spesso viene sottovalutato come se il disagio che uno vive o la depressione stessa fossero solo “malattie” del soggetto indipendenti dall’ambiente e dalle relazioni. In conclusione non si faccia bastare quello che le dico ma ricorra all’aiuto di uno psichiatra con cui interloquire per individuare il percorso di cura più adatto a lei.

    Renzo Rizzardo

    Renzo Rizzardo

    ESPERTO IN DISTURBI DELL’UMORE E D’ANSIA. Già professore a contratto di psichiatria all’Università di Padova. Nato a Basiliano (Udine) nel 1946, si è laureato e specializzato in psichiatria a Padova. È stato responsabile del centro di salute mentale dell’Università di Padova e coordinatore regionale per il Triveneto della Sirp (Società italiana di riabilitazione psicosociale). Si […]
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