DOMANDA
Gent.mo Dottore,
il mio bimbo ha 5. mesi. Socevole e semPre sorridente, allattato esclusivamente al seno. Unico problema è la notte, si sveglia di frequente alla ricerca del seno anche solo per pochi secondi e non ama ovetto in auto né passeggino. Se prima non si addormenta al seno strilla e non si calma se non col seno. Non vuole il ciuccio anche se credo sarebbe un buon strumento consolatorio almeno in auto quando non è possibile allattare. Mi fa qualche consiglio per favore? Il metodo di lasciarlo piangere finché si abitua mi lascia perplessa, vorrei una soluzione meno drastica se esiste.
Grazie ancora
Giorgia
RISPOSTA
Gentilissima mamma Giorgia, capisco il suo disagio nel sentir piangere il suo bambino, ma non c’è moltissimo da fare. Per quanto riguarda la notte, forse sarebbe il caso che dei risvegli del piccolo si occupasse il padre o altro familiare presente in casa, e la cosa migliore sarebbe che il bambino non dormisse in camera con voi. E’ abbastanza logico infatti che suo figlio, svegliatosi e preso in braccio dalla mamma, sentendone l’odore …e l’odore del latte, voglia e pretenda di essere attaccato: dato che lei racconta che lo fa per tempi brevissimi, non è certamente fame, quella, ma voglia di coccole, di contatto, di rassicurazione. Può dargli torto? Dunque se c’è mamma, e c’è il seno, e lui non lo ottiene, chiaramente si arrabbierà. Mettendoci nei suoi panni penso che reagiremmo esattamente allo stesso modo. Ecco perché suggerivo che – se proprio la cosa inizia a pesarle – si occupi qualcun altro di questi risvegli, magari offrendogli un goccio d’acqua. Tenga peraltro presente che un risveglio notturno per fame è ancora comprensibile, a quest’età, sebbene non sia un comportamento generalizzato. Diverso ma paragonabile il discorso macchina: se non è possibile far guidare qualcun altro, le soluzioni possibili sono solo due, o lasciarlo piangere o accostare ed attaccarlo al seno; parlargli in modo caldo ed accogliente intanto che manovra può aiutare a contenere un po’ la sua momentanea disperazione. Io, francamente, tra le due soluzioni propenderei per questa seconda, almeno all’età che ha attualmente suo figlio: per imporre comportamenti diversi e più rigidi c’è tempo… Un caro saluto, Prof. Andrea Vania, Pediatra Nutrizionista