dislessia?

    Pubblicato il: 10 Gennaio 2010 Aggiornato il: 10 Gennaio 2010

    DOMANDA

    la prof. di mio figlio dice che lui abbia la paura del foglio bianco, poiche pur studiando a casa nei compiti in classe fa poco il problema si ripete anche in qualche altra materia potrebbe essere un problema di metodo di studio? mi dice cosa posso fare. Grazie mille

    RISPOSTA

    Le informazioni che riporta non sono molte ed è difficile scegliere tra differenti ipotesi. Innanzitutto, non ho ben capito se c’è una differenza tra i risultati alle prove scritte e quelli alle interrogazioni orali. Spesso si osserva una discrepanza a favore dei primi, poichè le interrogazioni possono maggiormente subire l’interferenza di fattori emotivi. Una differenza in senso contrario potrebbe invece suggerire un problema specifico relativo alle abilità di scrittura, oppure una difficoltà ad iniziare il compito (se si riferisce al tema di italiano quando parla della paura del foglio bianco) per fenomeni di inibizione, scarsa autoefficacia ed eccessiva autocritica (meglio superati durante l’interrogazione se gestita dal docente con maggiore ricorso a domande “chiuse”).

    Se invece intendeva dire che, in generale, i risultati ottenuti in classe (a prescindere dal tipo di prova) sono inferiori a quelli che ci si aspetterebbe sulla base dell’impegno mostrato nei compiti a casa, allora dobbiamo prendere in considerazione altre ipotesi, molto differenti tra loro: da una generale interferenza dei fattori emotivi a possibili difficoltà specifiche che non permettono di avvalersi del tempo impiegato a studiare (un esempio per tutti: uno studente con difficoltà di lettura può richiedere tempi più lunghi di studio con qualsiasi testo ed una conseguente ricaduta sul rendimento in materie come storia, geografia etc.). In ogni caso consiglierei di consultare uno psicologo che potrebbe analizzare meglio le caratteristiche del fenomeno, eventualmente avvalendosi anche di strumenti psicometrici mirati, per poi consigliare soluzioni personalizzate. Saluti, Michele Lepore