DISTIMIA

    Pubblicato il: 2 Luglio 2012 Aggiornato il: 2 Luglio 2012

    DOMANDA

    Sono un ragazzo di 30 anni
    Da circa 7 anni e mezzo soffro di depressione che sto curando ininterrottamente con antidepressivi, i più disparati.
    Tutto iniziò una notte di attacchi di panico ripetuti.. poi, passati questi (dopo terapia da un neuropsichiatra presso un Csm), inizia quest’umore cupo, con senso di profonda stanchezza psico-fisica e dolore nell’anima!
    Non so cosa è stata a determinarla ma fra alcune cause esterne che ho riconosciute, affrontate e risolte, ricordo solo che da piccolo avevo un certo disturbo d’ansia che mi sono portato dietro tanti anni.
    Quello che non riesco a capire è come mai ogni volta che tento di diminuire la dose delle medicine o cerco di sospenderle, ritorna pesantemente la depressione… il mio psichiatra lo attribuisce a fattori esistenziali, ma non mi ha definito bene di che tipo di depressione si tratta.. fatto sta che si è molto cronicizzata e temo che di questo passo dovrò fare terapia per tutta la vita!
    Ora il mio psichiatra mi riceve solo telefonicamente (come se non ci fosse null’altro da fare), non mi da l’esenzione per le medicine nè mi delucida su alcuni sintomi che talvolta mi ostacolano nelle attività quotidiane, lasciandomi quasi a “un fai da te” sulla cura!
    Per es. quello di cui mi lamento sempre è un’ipersonnia ineluttabile che mi spinge a rimanere a letto,nel senso che mi vien voglia sempre di dormire, mi sento sempre stanco, disattento ecc…
    Cosa posso fare?

    RISPOSTA

    Gentile lettore
    Il quadro che mi ha descritto e’ compatibile con una quota di depressione ancora in atto. L’ipersonnia e’ spesso una condizione che mette il soggetto al riparo dall’affontare impegni, studio, lavoro che sono vissuti come ardui e insormontabili. Senza necessariamente sfiduciare il suo psichiatra parli con lui per sentire un altro specialista con esperienza specifica nei disturbi dell’umore che possa dare un suo parere sulla sua condizione attuale e sulle eventuali modifiche di terapia. Al suo posto piu’ che della durata della terapia mi preoccuperei di riguadagnare lo stato di buona salute. La durata della terapia la lascerei come preoccupazione successiva. Cordiali saluti. Armando Piccinni