DOMANDA
buonasera professore,
le chiedo di darmi un consiglio per la situazione molto difficile che stiamo vivendo per nostro figlio di 31 anni.
Una diagnosi un po infausta di disturbo psicotico grave avvenuta circa 10 anni fa dopo una crisi di spersonalizzazione in seguito ad uso frequente di cannabis ed altre sostanze. oggi si cura con ziprexa 10 mg al giorno e seguito dal cps locale e da una psicologa (lacaniana ) 1 /2 sedute settimana. puntualmente una volta l’anno sempre in primavera va in crisi ( coincide con la morte del nonno’?)Allora inizia un periodo di instabilità dove è indispensabile aumentare il ziprexa, a distanza di tanti anni cosa possiamo fare di più per nostro figlio? oggi è particolarmente in crisi è ha assunto anche del alprazolam ( perchè si calmi e sia meno arrabiato)ha detto che si è arreso e che è stanco di lottare…. ci aiuti
grazie
solo un padre
RISPOSTA
Gentile signore,
suo figlio è sicuramente seguito da uno specialista in psichiatria, visto che sta assumendo psicofarmaci da anni. Creda, il medico che lo segue è quasi sempre quello che conosce meglio la situazione clinica e la storia personale del paziente e dunque è la persona più indicata per apportare eventuali modifiche alla terapia e per costruire un progetto terapeutico nel lungo periodo. Non tutte le malattie sono destinate a guarire per sempre, su quasi tutte però possiamo intervenire per garantire un livello adeguato di vita al paziente. Provi a pensare al diabete, alle disfunzioni cardiache, a patologie più o meno gravi di cui molte persone si trovano a soffrire: spesso si riesce a tenere tali malattie sotto controllo, anche se non si riesce a risolvere definitivamente il problema.
Capisco bene il suo senso d’impotenza e la voglia, a volte, di arrendersi da parte di suo figlio: continuate però a lottare, consapevoli delle difficoltà esistenti. Una cosa che potete fare, se non ancora tentato, è di richiedere un consulto, mediante una visita ambulatoriale, in una delle strutture afferenti al servizio sanitario nazionale (ospedali, università, Asl).
Cordiali saluti,
Prof. Massimo Biondi
