Diverticolo di zenker

    Pubblicato il: 26 Marzo 2018 Aggiornato il: 26 Marzo 2018

    DOMANDA

    Salve dottore, ho 50 anni mi chiamo Placido ed ho avuto diagnosticato un diverticolo di zenker. Come patologie pregresse 15 anni fa mi è stata asportata la tiroide ed effettuato un solo ciclo di iodio 131. Ho letto parecchio sulle metodologie chirurgiche per il diverticolo. In particolare la via chirurgica classica sarebbe più rischiosa ma con migliore garanzia nel tempo, quella endoscopica meno invasiva ma con rischio recidiva. In particolare la mia più grande preoccupazione per la via endoscopica è quella che il dirverticolo continui a sprofondare nel corso della mia vita, spero più lunga possibile, e che poi non si possa più intervenire. La seconda preoccupazione è che la parete del diverticolo sia troppo debole per consentire una normale alimentazione e che possa rompersi. la ringrazio per le informazioni che vorrà darmi. Saluti Placido

    RISPOSTA

    Le metodiche sono in effetti 3: accesso cervicale, ovvere con tagli al collo, endoscopica (quella da lei descritta) e transorale. La terza è una via di mezzo, nel senso che unisce la sicurezza di un intervento chirurgico alla miniinvasività dell’endoscopia. Certo che per la corretta valutazione bisogno vedere gli esami (gastroscopia e transito esofageo). Se avesse bisogno mi contatti pure alla mail del mio ospedale (marcopagani@policlinico.mi.it).

    Marco Pagani

    Marco Pagani

    ESPERTO IN PATOLOGIE DELL’ESOFAGO. Responsabile del servizio di fisiopatologia esofagea a indirizzo chirurgico della Fondazione Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena di Milano. Nato a Milano nel 1960, ha studiato all’università Statale, laureandosi nel 1985. Si è poi specializzato in chirurgia dell’apparato digerente e in chirurgia generale. Dal 1992 ha indirizzato i suoi studi verso le […]
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