DOMANDA
Egr. Professore,
Ho 44 anni. Ormai da diversi anni sono afflitto da ricorrente cervicalgia (rx riferisce artrosi cervicale) anche dovuti a tre incidenti stradali con conseguenti colpi di frusta. In particolare però c’è un nervo (penso) in località cervicale che in particolare si infiamma in situazioni specifiche, freddo umido e, non capisco perchè, quando bevo qualche bicchiere di troppo.. In questi casi sento con chiarezza il nervo che si ingrossa e tendo con la forte pressione delle dita ad alleviare il dolore. Quali consigli sono da utilizzare in questi casi? E quali antinfiammatori sono da preferire?
La ringrazio fin d’ora.
RISPOSTA
La cervicalgia cronica o ricorrente è un problema comune. Si definisce cronica una patologia algica che duri da più di tre mesi, secondo i criteri stabiliti dall’istituto internazionale IASP. Le cause, soprattutto in soggetti giovani, sono spesso sconosciute, sebbene la Whiplash Syndrome, il cosiddetto ‘colpo di frusta’, possa essere un fattore scatenante o aggravante. Altre cause diagnosticabili sono il dolore discogenico o la sindrome delle faccette articolari cervicali.
I farmaci possono essere di aiuto in fase acuta e data l’alta mortalità e morbidità evidenziata in letteratura legata agli antiinfiammatori non steroidei, il consiglio per i medici è sempre quello di prescrivere molecole come il paracetamolo, il tramadolo o la codeina.
Utili per ridurre il dolore sono gli esercizi eseguibili a domicilio o seguiti dal fisioterapista, sebbene la letteratura non mostri dati significativi a favore di una delle due modalità. Consiglio di eseguire una decina di ripetizioni di flessione ed estensione del rachide cervicale, e poi, flettendo in avanti il capo, proseguire con altre dieci rotazioni a destra e a sinistra del rachide come per guardarsi la spalla omolaterale.
Nei casi ribelli si può ricorrere alla termorizotomia in Radiofrequenza (vd articolo OK Salute marzo 2009) o in casi molto rari all’artrodesi chirurgica.